La Stampa 29 luglio
Domenica 29 Luglio 2001

Il gip: credibili le accuse sui pestaggi a Genova
E la Procura apre uno sportello per i cittadini: se avete prove, portatele
Alessandra Pieracci
POLEMICHE E ACCUSE SUGLI SCONTRI DURANTE IL G8 GENOVA Erano tutti qui, ieri, il prefetto Arnaldo La Barbera, responsabile della polizia centrale di prevenzione, di fatto il capo dell’antiterrorismo, il suo vice Gianni Luperi, con il direttore dello Sco, Franco Gratteri, e il vice Gilberto Caldarozzi, il dirigente del Reparto mobile di Roma, Vincenzo Canterini, e viene annunciato in arrivo oggi il responsabile delle relazioni esterne, Sgalla. Sono i massimi dirigenti della polizia coinvolti, con i vertici genovesi, nell’inchiesta sulla notte dei manganelli, ovvero l’irruzione nella scuola Diaz la notte di sabato 21, alla quale alcuni di loro erano presenti.
E il questore di Genova, Francesco Colucci, ieri pomeriggio a Bolzaneto guidava un sopralluogo tra le mura della caserma che, secondo i racconti degli arrestati, si è trasformata in un carcere degli orrori per gli antiglobal rinchiusi.
Sei le inchieste in corso, tre interne condotte da tre dirigenti generali della polizia nel ruolo di superispettori, e tre della magistratura, che viaggiano per così dire parallele: la prima sulla notte dei manganelli, affidata a Pippo Micalizio, la seconda sulle presunte atrocità a Bolzaneto, affidata a Salvatore Montanaro, la terza su tutte le violenze di piazza, affidata a Lorenzo Cernetig. I risultati dovranno essere domattina sul tavolo del ministro dell’Interno Claudio Scajola e gli interrogatori proseguono a ritmo sostenuto.
Gli stessi vertici della polizia torneranno a Genova da martedì per essere sentiti «in qualità di persone informate sui fatti» dai magistrati che si occupano dell’inchiesta penale relativa all’irruzione, aperta in forma ufficiale ieri, dichiarazioni dei feriti e referti alla mano. Il gruppo di gip responsabili degli interrogatori degli arrestati ha infatti scritto sia al procuratore aggiunto Francesco Lalla, sia al procuratore generale Francesco Marvulli, dopo aver sentito i racconti delle violenze. «Questi sono i fascicoli - dice Lalla, accennando a un carrello pieno di cartelle impilate sul punto di crollare - con le testimonianze».
Dalla segnalazione alla procura generale, prevista dalla legge in caso di presunti reati da parte di ufficiali di polizia giudiziaria, potrebbero scattare eventuali sospensioni.
La seconda inchiesta penale riguarda le presunte torture nel centro di prima detenzione allestito a Bolzaneto. «Se questi episodi fossero veri, sarebbero ancora più gravi delle violenze durante l’irruzione. Là si trattava di un’operazione di polizia in corso, qui si parla di individui detenuti», dice Francesco Lalla.
La terza inchiesta deve far luce su tutti gli episodi di violenza nel corso delle manifestazioni.
Mentre proseguono gli interrogatori e cominciano i rapporti informativi (ieri erano ancora in Procura il capo della Digos di Genova Spartaco Mortola e il suo vice Alessandro Perugini) si cerca di accumulare il maggior numero di prove documentali. Per questo la Procura invita chiunque sia in possesso di foto e filmati sugli scontri durante il G8 o sull’irruzione nell’edificio scolastico di via Battisti, a consegnare il materiale a un apposito sportello, in piazza Portoria 1, piano nono, stanza 37 bis, telefono 010-569.28.63.
Arriveremo alla verità, promettono i magistrati, con l’intenzione di sentire anche i 70 agenti che avrebbero preso parte all’irruzione. E sarà sentito anche il loro collega magistrato dirigente del Dap, Sabella, coordinatore a Genova dell’allestimento dei centri di prima detenzione a Bolzaneto e San Giuliano. «Erano stati previsti circa 200 arresti, sono stati 285 in tutto», dice il procuratore aggiunto.
Alla fine le convalide sono state 149, con 71 scarcerazioni, 49 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 29 misure alternative di obbligo o divieto.
Conferma il coordinatore dei gip, Roberto Fucigna: «Ci sono fatti di rilevanza penale riguardanti le lesioni da percosse che avrebbero subito alcuni arrestati. La trasmissione dei verbali alle due procure è stata sottoscritta da tutti i giudici». A chi gli chiede un’impressione su quanto è avvenuto, risponde: «Un giorno le farò leggere un commento che ho scritto su un album e che ora non posso far vedere». Ma poi aggiunge: «Le immagini di violenza, della violenza alla città, ai beni e alle persone, sono sotto gli occhi di tutti e in un paese democratico devono far riflettere».