La Stampa
«Governo, altri responsabili»
Mercoledì 1 Agosto 2001

IL CAPOGRUPPO DIESSINO ATTACCA: «NON ESCLUDO PROVOCAZIONI»
Angius accusa il vicepremier e il capo dei Servizi

ROMA
SAREBBE stato «meglio» non arrivare al voto sulla sfiducia a Scajola, ma l’atteggiamento della maggioranza dimostra che «hanno qualcosa da nascondere», «non è escluso» che nella preparazione del G8 si debba indagare anche su altri esponenti del governo e non solo su Scajola. Il capogruppo Ds al Senato, Gavino Angius, non nasconde che l’Ulivo avrebbe potuto gestire meglio la mozione di sfiducia individuale al ministro degli Interni e nello stesso tempo attacca a spada tratta i vertici dell’esecutivo, a partire da Gianfranco Fini e Franco Frattini, che a suo giudizio si sono resi «responsabili» di atti di cui potrebbero essere chiamati a rispondere in Parlamento.
Intanto l’Ulivo si è presentato diviso. Al Senato si è schierato per la commissione d’inchiesta e alla Camera per l’indagine conoscitiva.
«Sulle finalità non c’è alcuna differenza. C’è una diversità su come condurre la vicenda. Ma non è una questione dirimente».
In realtà anche il suo partito, i Ds, avevano dato un’indicazione precisa per l’indagine conoscitiva.
«Tutti l’avevamo chiesta. E’ lo strumento più rapido. Si poteva dare una risposta immediata, ma il governo poi ha cambiato idea. Oggi quello strumento poteva essere sostituito da uno più efficace. A questo serviva la nostra richiesta al Senato».
Anche a Palazzo Madama, però, a questo punto sembra maturare l’orientamento per l’indagine.
«Sì, è evidente. E’ una subordinata, ma se avessimo gestito in modo diverso le dimissioni del ministro Scajola...».
In che senso?
«Di giorno in giorno arrivano relazioni inquietanti sui fatti di Genova. Quella mozione era da integrare perchè si configurano ulteriori responsabilità politiche e istituzionali. Mi riferisco al vicepresidente del Consiglio e al ministro della Funzione Pubblica con delega ai Servizi. Loro potrebbero essere chiamati a rispondere davanti alle Camere. E non solo per le dichiarazioni rese negli ultimi giorni».
E per cos’altro?
«La commissione di inchiesta avrebbe potuto indagare a 360 gradi anche sulla fase preparatoria del vertice, sulla fase del vertice e su quella successiva. Avrebbe potuto svolgere una ricerca accurata sui quei gruppi italiani e stranieri che hanno seminato violenza a Genova, su quei reparti delle forze dell’ordine che hanno agito in modo grave. Soprattutto avrebbe potuto indagare sulle direttive impartite dal governo. E non vorrei che dopo il voto di domani (oggi, ndr) sul ministro Scajola si chiuda la ricerca dei responsabili».
Lei pensa che da parte di qualcuno possano essere partite indicazioni per provocare gli incidenti?
«Non lo escludo. Spero che l’indagine conoscitiva lo accerti».
Sembrano i dubbi già manifestati ieri da D’Alema.
«Non solo da lui. Ma anche da altri autorevoli esponenti del centrosinistra come Giuliano Amato e Nicola Mancino».
Lei pensava che la maggioranza avrebbe assunto una linea diversa rispetto a quella tenuta in questi giorni?
«Speravo che ci fosse un atteggiamento diverso. Evidentemente hanno qualcosa da nascondere. Io vorrei scoprire quello che hanno da nascondere».
A questo punto l’Ulivo cosa farà?
«Si farà l’inchiesta conoscitiva. Ma non si dica che la commissione di inchiesta non si è fatta per uno scontro all’interno dei Ds. Si è trattata di una semplice diversità di opinioni. Nel centrodestra hanno un ossessione: ricondurre tutto al congresso dei Ds».