Manifesto 24 luglio 2001

Le nuove guerre dei media
Dalla campagna elettorale al G8, l'Ocp indaga sulle strategie comunicative della politica
STEFANO CRISTANTE

Metà faccia è di Berlusconi, metà di Rutelli. Una sintesi impossibile, almeno dal punto di vista del risultato elettorale. Molti, anche su questo giornale, hanno detto la propria opinione a riguardo. Perché è andata così, perché il centrosinistra ha ottenuto un risultato così tristanzuolo, perché Berlusconi è riuscito a rappresentare - almeno in senso mediatico -un intero blocco sociale.
Anche l'Ocp, osservatorio di comunicazione politica che fa ironicamente il verso alla polizia di Robocop, partorito direttamente dalla nuova Facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza di Roma, si è occupato del problema.
Il risultato è un esile libretto intitolato Descrizione di una battaglia mediale, esile soprattutto da un punto di vista tecnico: nelle due tasche del contenitore grafico, infatti, si trovano un poster esplicativo e un dischetto per computer. Facile da usare, tutto in word, il cd racconta in circa trecento pagine gran parte delle cose che è urgente sapere sull'ultima, complicata campagna elettorale italiana.
Si comincia con la scelta di Rutelli. Anzi, con la resistenza diessina (in parte) e social-popolare (Amato, soprattutto) alla candidatura del sindaco di Roma pre-veltroniano. Gran parte dei guai della sinistra, secondo l'Ocp, cominciano con la scelta squinternata dell'ex sindaco. Con le squallide bandiere dell'Ulivo che ammuffiscono sotto il tendone del Palavobis di Milano senza alcun entusiasmo, senza alcuna energia, giovanile o meno.
Poi i mesi di preparazione, quelli in cui Berlusconi prepara, senza staff di ex-sociologi anglosassoni, la "profezia che si autoavvera", cioè i sondaggi sparati nelle pagine dei quotidiani più venduti, e soprattutto in tv.
Poi, quello che tutti sanno: l'autobiografia alluciogena del Cavaliere nelle case di tutti gli italiani, preparate dai billboard comperati città per città, regione per regione, preparati dall'aggressiva tecnicalità degli apparati mediali di Publitalia. E poi la capacità di Rutelli di farsi progressivamente convincente per l'elettorato del centrosinistra. Ma non abbastanza da coinvolgere un Berlusconi sempre più tecnocratico e insieme populista in un dibattito di fronte ai possibili votanti.
Risultato? Lo sappiamo.
Già il manifesto è intervenuto sulla questione qualche settimana fa, quando Genova era il nome di una città e non di uno scempio politico planetario. La novità del lavoro dell'Ocp è che si tratta di un seminario permanente, incollato alla contemporaneità degli eventi politici, assai più stimolanti, per Alberto Abruzzese e i suoi collaboratori, delle chiacchiere di Porta a Porta.
Infatti anche a Genova i ragazzi della Sapienza c'erano: qualcuno ha persino ricevuto qualche simpatica manganellata dai poliziotti, qualcuno si è infilato nell'ufficio stampa del G8, qualcuno ha scattato foto e girato video nelle strade e nelle assemblee. Mentre qualcun altro, da Roma, leggeva i giornali e vedeva la televisione. Siamo sicuri, dicono all'Ocp, che si possa parlare di Black Bloc a cuore così leggero? Non ci sarà da operare qualche distinguo tra chi è venuto preparato alla guerra e chi nella guerra si è trovato, grazie alle azioni violente e inaspettate degli apparati repressivi sempre più simili alle truppe agli ordini di Dark Vader ( o Lord Fenner)? Perché la stampa di destra si è affrettata a a puntare l'indice sull'incapacità da parte delle tute bianche di fronteggiare il "nemico interno" e non hanno esistato ad approvare l'omicidio vergognoso di un ragazzo certamente esasperato, ma non necessariamente assassino? E perché il G8, dal punto di vista dei contenuti, è totalmente sparito dai media? Perché Mentana (pur stipendiato dal Cavaliere) è stato più bravo e più onesto di Bruno Vespa? I primi risultati di questa improvvisata e passionale investigazione saranno comunicati oggi in un'assemblea pubblica al Centro Congressi della Facoltà di Sociologia (via Salaria, 113, Roma). Forse le scienze sociali sono in perenne ritardo cognitivo sulla realtà, ma forse qualcosa si smuove anche nel bigio mondo accademico. Forse a qualcuno (forse) sta ritornando la voglia di cambiare il mondo, e non solo di interpretarlo. Ma, forse, ci si potrebbe anche accontentare della seconda, se fosse ricercata con onestà (e velocità) intellettuale.Il tutto con la complicità di Luca Sossella editore, lo stesso di Bifo e di Pierre Levy, alla cifra di lire 24.000.