Il Manifesto 1 agosto 2001

 

L'animo guerriero
RICCARDO BARENGHI


Se i centurioni romani o i cavalieri medievali in crociata avessero avuto a disposizione macchine e pellicole si sarebbero forse messi in posa come questi uomini in divisa che potete ammirare qui accanto. Lo avrebbero fatto ovviamente dopo una battaglia vinta, contro i galli (le genti non i pennuti) o gli infedeli, magari avrebbero tenuto in mano un trofeo, un braccio tagliato al nemico, una testa sanguinante. Altri tempi, i guerrieri allora erano un po' selvaggi.
Oggi no, siamo nel ventunesimo secolo, viviamo in democrazia e anche i nostri migliori guerrieri sono persone civili e infatti non hanno in mano lo scalpo strappato all'avversario. Ma la tentazione di mettersi in mostra è irresistibile, una bella foto di gruppo dopo la battaglia. Eccoli dunque che espongono le loro armature e i loro arnesi, sorridono soddisfatti. Vogliono ricordarsi quel momento, quelle giornate, vogliono rivedere quella fotografia per rimembrare la loro impresa.
E' una fotografia che parla da sola, che ci racconta di quale fosse l'animo di quei tutori dell'ordine che l'impresa hanno compiuto, quelli che abbiamo visto, dal vero e in tv, picchiare selvaggiamente ragazzi inermi, devastare scuole nella notte, spargere sangue ovunque, sparare lacrimogeni ad altezza d'uomo, caricare i cortei a bordo di blindati, uccidere un ragazzo. E alla fine, stanchi ma felici, una foto-ricordo che magari la facciamo vedere alla fidanzata (o alla mamma).
Di fronte a tutto questo che senso ha sprecare energie in un'estenuante mediazione attorno a una commissione parlamentare d'inchiesta (o di indagine, che è più morbida e dunque piace di più a Violante) che appuri se ci sono state violenze della polizia? Di che stiamo parlando se tutta l'Italia le ha viste quelle violenze, in televisione e sui giornali, se i magistrati che indagano dicono che violenze ci sono state, se addirittura gli ispettori del Viminale ne ammettono l'esistenza? Che dobbiamo aspettare, che venti deputati ci comunichino a metà ottobre che, sì, qualche poliziotto ha esagerato ma che anche qualche manifestante non era totalmente disposto a farsi massacrare e ha quindi reagito?
Se fossi nei panni dei Ds, cercherei di reimparare l'arte dell'opposizione il più in fretta possibile, non indietreggiando di un metro sulla sfiducia a Scajola e sulle dimissioni di tutti i responsabili dell'ordine pubblico (ma le hanno mai chieste?), sbattendo in faccia al governo tutte le immagini che documentano il comportamento cileno e fascista (parole di D'Alema) di alcune centinaia di agenti, proiettando queste immagini ovunque sia possibile a cominciare dalle Feste dell'Unità, aprendo un discorso diretto con quel movimento dal quale magari possono anche imparare qualcosa.
Mettendo insomma il naso fuori da quelle stanze prima che il palazzo diventi per loro una piramide (cioè una tomba).