Manifesto 29 luglio 2001

"Illesi per caso"
Da Mazzini al G8. Il racconto dei giovani repubblicani
GLAUCO BABINI *

Siamo partiti per Genova, senza preoccuparci delle posizioni ufficiali del Pri. Tutto sembra tranquillo e organizzato, tanto che il mattino seguente, lasciati gli zaini, ci rechiamo al cimitero di Staglieno, in visita alla tomba di Mazzini. Involontariamente la nostra bandiera rossa desta qualche preoccupazione e una pattuglia di Polizia Municipale ci intercetta per sincerarsi delle nostre intenzioni. Sciolto l'equivoco scambiamo due parole e ci mostrano persino la tomba di Ferruccio Parri, poco distante, discreta e quasi anonima. Siamo scampati a due giorni di inseguimenti fuggendo da cariche che sembravano quasi sempre immotivate. La sera del 20, quando da pių parti ci č arrivata l'informazione che i disordini erano finiti, siamo tornati verso il Gsf, alla scuola Diaz. Stremati dallo stress e desiderosi di un po' di pace decidiamo di andare a cena. Salutiamo gli amici del Prc davanti alle scuole: loro stanno partendo, noi partiremo il giorno dopo. Quindici minuti dopo, dalla birreria a 200 metri dove siamo noi, vediamo una colonna di blindati della polizia correre verso la Diaz. Urla di terrore attraversano la strada. Tutti i clienti si scaraventano nel locale e le saracinesche vengono chiuse da dentro. Passa un lungo tempo di dubbio e angoscia, poi usciamo e ci avviciniamo per vedere lo scempio della scuola e del Centro stampa. Incontro Francesco, reo di trovarsi sulla loro strada quando sono arrivati, lo hanno picchiato in quattro. La scuola, protetta da un cordone di polizia e carabinieri, vomita feriti, alcuni in condizioni estreme. Noi torniamo da Genova il giorno dopo, domenica. Illesi per caso.