La Stampa
Sabato 28 Luglio 2001
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Inchiesta sul blitz, presto sentiti i
poliziotti
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La Procura: andremo fino in fondo,
chiunque sa qualcosa testimoni
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Guido Ruotolo
inviato a GENOVA «Li conosco quei magistrati, è una procura indipendente»,
sosteneva laltro giorno il genovese Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera,
Forza Italia. «Ci hanno fatto unottima impressione. Sono determinati ad accertare
la verità», ripeteva laltra sera il diessino Cesare Salvi, vicepresidente del
Senato, lasciando Genova al termine della visita della delegazione dellUlivo. Dalla
maggioranza e dallopposizione partiva così un segnale preciso, di delega alla
Procura ad accertare la «verità» sui fatti di Genova, registrata limpossibilità
della costituzione di una commissione parlamentare dinchiesta.
Saranno loro, dunque, una dozzina di sostituti procuratori che fanno parte del pool sui
reati della e contro la pubblica amministrazione, a indagare sulle violenze delle forze
dellordine e, eventualmente, a inquisire dirigenti, funzionari, semplici agenti o
carabinieri (finanzieri o uomini della polizia penitenziaria) autori di violenze e
pestaggi nel corso della perquisizione alla scuola e nella caserma del reparto mobile di
Bolzaneto, oltre che durante gli scontri di venerdì e sabato scorsi.
Sarete in grado di andare fino in fondo? «E una domanda offensiva», risponde un
sostituto del pool. Sono magistrati in gran parte giovani, ma hanno già accumulato una
notevole esperienza professionale: Enrico Zucca, il pm del serial killer Donato Bilancia,
Raniero Minati e Francesco Pinto, titolari dellinchiesta sulle acciaierie di
Cornigliano che ha portato al sequestro dello stabilimento Ilva per inquinamento,
Francesco Cardona Albini, Patrizia Petruzziello e Monica Parentini. Naturalmente, il pool
sarà coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Lalla, che in questo momento è in
prima persona impegnato nellinchiesta sulle perquisizioni alle scuole. Cè,
poi, il sostituto Silvio Franz - uno dei magistrati della inchiesta di La Spezia che
portò agli arresti dellex presidente delle Ffss, Lorenzo Necci, e di Francesco
Pacini Battaglia - che si occupa delluccisione del giovane Carlo Giuliani; Anna
Canepa, che segue le indagini sulle lettere esplosive degli anarco-insurrezionalisti, e il
procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino, che coordina le indagini sui Black block.
E laggiunto Lalla che in queste ore sta organizzando il lavoro della Procura,
che incontra i giornalisti perché il capo, Francesco Meloni, da alcuni giorni si è messo
in ferie. E il procuratore aggiunto, ieri, ha annunciato che «prestissimo» saranno
sentiti i dirigenti e i funzionari della polizia presenti nel corso della perquisizione
alla Pertini e alla Diaz. «Prestissimo» verranno a Genova - forse a partire da lunedì -
il prefetto Arnaldo La Barbera, responsabile dellex Ucigos, lufficio di
prevenzione del Viminale, e il suo vice Gianni Luperi; il direttore dello Sco, il questore
Franco Gratteri, e il suo vice, Gilberto Caldarozzi, il comandante del reparto mobile di
Roma, Vincenzo Canterini. «Prestissimo» saranno sentiti i funzionari e i dirigenti di
Genova: i capi della Mobile, Dominici, della Digos, Mortola, il questore vicario Calesini.
E la procura sta aspettando anche lelenco di tutti i poliziotti - una settantina -
che hanno partecipato alle perquisizioni delle scuole. Ancora ieri non era giunto, al nono
piano di palazzo di giustizia, neanche lelenco degli agenti della polizia
penitenziaria presenti nella caserma del reparto mobile di Bolzaneto, mentre la polizia ha
già dato lindicazione del funzionario presente nella caserma, il vicecapo della
Digos di Genova, Alessandro Perugini.
Le prime mosse di questa complicatissima inchiesta giudiziaria, con la convocazione
verbale dei dirigenti e dei funzionari della polizia, sembra spostare bruscamente il
pendolo da un lato, dando limpressione (sbagliata) che i «colpevoli» sono già
stati individuati. Non è così, agli imminenti interrogatori - «assunzione di sommarie
informazioni» - ne seguiranno altri. E liscrizione di nominativi sul registro degli
indagati non sembra essere imminente. In questa inchiesta sulle tre giornate di Genova,
potranno finire indagati manifestanti, forze di polizia, persino esponenti del Gsf e
vertici istituzionali locali, per via dellaffidamento al Gsf di alcune strutture.
«Noi vorremmo lanciare un appello ai giornalisti perché convincano le loro fonti, i
testimoni o le vittime di pestaggi o di violenze gratuite, a venire, con un atto di
coraggio civile, in Procura per confermare quelle denunce, per tradurle in atti
giudiziari». Un sostituto del pool che si occupa delle perquisizioni alle scuole e dei
fatti accaduti alla caserma di Bolzaneto, è preoccupato: «Noi abbiamo i referti medici
dei manifestanti arrestati, fermati e che hanno subito percosse, abbiamo dato direttive
precise alla polizia giudiziaria di raccogliere filmati, referti medici, lettere di
denuncia arrivate ai consolati dei vari paesi da parte di cittadini stranieri, abbiamo
chiesto di raccogliere una dettagliata rassegna stampa».
A sentire i magistrati di Genova, linchiesta per accertare la verità su quello che
è accaduto nel corso del G8 ancora non è partita. Ancora siamo ai preliminari, ancora si
sta aspettando di raccogliere tutti i materiali, gli atti giudiziari, per poi
riorganizzarli, studiarli, procedere. No, non è una questione di ore, anche se lopinione
pubblica chiede a Genova di far presto.
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