Manifesto 28 luglio 2001
COMMENTO
L'incontrollabile Gom
STEFANO ANASTASIA, PATRIZIO GONNELLA * -
G.O.M., ovvero Gruppo Operativo Mobile, ovvero corpo speciale di Polizia
penitenziaria. Sganciato da ogni controllo è chiamato a gestire le emergenze, i casi
particolari, le situazioni a rischio. E la caserma di Bolzaneto era una di queste.
Come sicuramente lo sono state in passato le carceri di Pianosa e Secondigliano, dove il
progenitore dei Gom, lo Scopp (Servizio centrale operativo Polizia penitenziaria) è stato
coinvolto in gravissime inchieste di pestaggi sistematici. Cambia il nome, ma non cambiano
la sostanza e le persone. L'inchiesta sulle violenze nell'isola di Pianosa avvenute nel
1992 - sì proprio quella Pianosa che il Ministro Castelli vuole inopinatamente riaprire -
è giunta sino alla Corte Europea dei Diritti Umani, sfiorando la ignominia della condanna
per tortura. I giudici di Strasburgo hanno comunque riconosciuto la estrema gravità dei
maltrattamenti inferti al povero Benedetto Labita (colpi ai testicoli, manganellate alle
gambe, violenze gratuite), successivamente scarcerato perché innocente.
Ma di chi sono le responsabilità quando accadono episodi di violenza brutale da parte
delle forze dell'ordine? Dei poliziotti o dei loro datori di lavoro? Le dichiarazioni rese
da Alessandro Margara, allora presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, alla
Corte Europea sono eloquenti: "I fatti accaduti nella prigione di Pianosa erano stati
voluti o quanto meno tollerati dal Governo in carica. In particolare i trasferimenti erano
effettuati secondo modalità volte a intimorire i detenuti stessi. La famigerata sezione
Agrippa era stata gestita ricorrendo ad agenti provenienti da altre regioni (ossia reparti
speciali) che disponevano di carta bianca. Il tutto corrispondeva ad un preciso
disegno". Non diversamente da quanto avvenuto nella caserma di Bolzaneto. Poliziotti
e uomini di governo parimenti responsabili, a Pianosa, come a Genova.
I Gom, come tutti i gruppi speciali, nelle missioni non rispettano le stesse regole degli
altri poliziotti, rispondono a un mandato specifico, lo spirito di corpo, che di per sé
condiziona negativamente qualsiasi forza organizzata militarmente in quanto alimenta
scelte di autodifesa e di mancanza di trasparenza, si amplifica a dismisura nei reparti
speciali. Corpi chiusi, regole ad hoc, lavoro non soggetto a controlli come per gli altri
agenti e quindi rischi di impunità. Sono queste ragioni sufficienti perché tali corpi
vengano sciolti. L'ordine pubblico e la sicurezza devono essere gestiti ordinariamente,
nel rispetto dei diritti fondamentali della persona.
Più di un anno fa a Sassari è stata aperta la più grande inchiesta per maltrattamenti
dell'Europa continentale: più di ottanta gli agenti arrestati, oltre al direttore e al
provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria. Nelle prossime settimane sarà
deciso il rinvio a giudizio. Sindacati e amministrazione allo scoppiare dello scandalo si
difendevano con argomenti del tipo: non si generalizzi, le mele marce esistono
dappertutto. No. Non si tratta di mele marce, si tratta di disegni precostituiti, di
scelte politico-culturali. Per smentirci, basta poco. Si sciolgano i Gom e si istituiscano
forme indipendenti di controllo dei luoghi di detenzione.
* Associazione Antigone
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