Manifesto 7 agosto 2001 G8,
l'opposizione "convoca" Fini
Al via oggi l'indagine parlamentare. Bassanini
chiede l'audizione del vicepremier: spieghi perché era Genova
MICAELA BONGI - ROMA
Alla vigila dell'indagine parlamentare sui fatti di Genova, si incrina
il fronte della maggioranza. A sopresa il nazional-alleato Domenico Fisichella,
vicepresidente del senato, ma a suo tempo aspirante presidente lasciato al palo dal
Cavaliere e dal suo stesso partito, punta l'indice: "Provo un certo disagio",
premette. Il motivo di tanto disagio è presto detto: "Saltano alcuni funzionari e
rimangono al loro posto i responsabili politici". Fisichella smonta la tesi difensiva
dei suoi alleati: "Si ha un bel dire che questa vicenda del G8 è stata organizzata
dal governo di centrosinistra. Allora il governo di centrodestra doveva dire che non
accettava nulla di quanto fatto. Non è possibile che il capo del governo va a Genova, si
occupa delle fioriere e dei panni stesi, e chi si è occupato dei problemi dell'ordine
pubblico?". I vertici di An trasecolano: "Fisichella sbaglia", si affretta
a dichiarare il portavoce del partito, Mario Landolfi. Mentre il diessino Antonello Falomi
apprezza: "Fisichella pone una questione di moralità della politica".
A scaldare la vigilia dell'avvio dell'indagine è poi il nodo Fini. La questione questa
mattina arriverà direttamente sul tavolo dell'ufficio di presidenza del comitato
parlamentare. Il vicepremier sarà ascoltato o meno? Lo chiede Rifondazione, proponendo
anche l'audizione del ministro degli interni Claudio Scajola e del ministro degli esteri
Renato Ruggiero. E lo chiede il diessino Franco Bassanini, che del comitato d'indagine
parlamentare è vicepresidente. Secondo Bassanini, inoltre, andrà sentito il
guardasigilli Roberto Castelli. Che cosa ci facevano a Genova nei giorni del G8 Fini e il
leghista ministro della giustizia? Perché il vicepremier nazional-alleato ha passato la
giornata in prefettura? E' quello che vorrebbe sapere dagli interessati l'ex ministro
della funzione pubblica. Per ora il vicepremier risponde al Piccolo di Trieste: era
a Genova, spiega, per partecipare alla trasmissione di Bruno Vespa, venerdì, e poi,
"visto quanto era successo, ho ritenuto mio dovere morale fermarmi anche il giorno
successivo", prima in prefettura, poi in questura e, ancora, al comando provinciale
dei carabinieri. Nei giorni scorsi Fini aveva giustificato la sua giornata in compagnia
delle forze dell'ordine come "dovere istituzionale".
La richiesta di Bassanini irrita anche il presidente del comitato d'indagine, il forzista
Donato Bruno: certe questioni si pongono nelle sedi istituzionali, non ai giornalisti,
polemizza. Ma non si vede perché l'opposizione debba invece accontentarsi delle
spiegazioni fornite da Fini alla stampa. Una decisione sarà appunto presa oggi
dall'ufficio di presidenza congiunto. Già nei giorni scorsi, tuttavia, Donato Bruno aveva
voluto minimizzato la portata dell'indagine. Di fronte alle sollecitazioni
dell'opposizione, con Bassanini e la rifondatrice Graziella Mascia che non escludono il
ritorno in campo della commissione d'inchiesta (ma anche una nuova mozione dei sfiducia a
Scajola, ipotizza il senatore ds Massimo Villone), il presidente del comitato è
apparentemente disponibile, ma in sostanza punta i piedi: "Se una testimonianza di
chicchessia può dare una riga di verità, allora dovrà e potrà essere ascoltata. Se è
solo un fatto politico, allora l'ufficio di presidenza potrà valutare diversamente".
Invece Bruno - favorevole alla pubblicizzazione delle sedute attraverso il circuito chiuso
della camera - valuta che alla lista di persone già attese andrà aggiunto il nome di
Vittorio Agnoletto, portavoce del Gsf. Da parte sua An vuole ascoltare i sindacati di
polizia e il Cocer, e di certo non perché la destra intenda puntare l'indice sulle
violenze delle forze dell'ordine: tutt'altro.
Oggi, il primo a essere ascoltato sarà il sindaco di Genova, Giovanni Pericu, poi
toccherà alla presidente della provincia, Marta Vincenzi, e al presidente della regione,
Sandro Biasotti. L'audizione del capo della polizia, Gianni DE Gennaro, nel mirino della
maggioranza, è in calendario per domani, come quella dei vertici della Guardia di finanza
(Alberto Zignaghi) e dei Carabinieri (Sergio Siracusa). Giovedì toccherà al prefetto di
Genova e al direttore del Dap, Tinebra.
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