La Repubblica 29 luglio 2001 "Le
mie parole
tutte insieme"
Il padre di Carlo Giuliani
la lettera
"Non condivido il gesto di Carlo". Una espressione di incerta lucidità, dal
telefono di casa. Un gesto di un decimo di secondo dentro una vita intera troppo breve.
Non vuol dire non condividere, o non rispettare, le scelte di un ragazzo, il suo diritto
di manifestare le proprie esigenze, le proprie aspirazioni.
"Provo pena per chi lo ha ucciso". Sì. Ma non condivido il dovere di uccidere.
La vittima è Carlo.
"Ho stima delle forze dell'ordine". Sì. Ma quale ordine potrà mai difendere
chi spara in faccia a chi non ha armi, o chi, come ho letto, ha fatto festa perché
"uno di meno", o ha picchiato ferocemente persone inermi? Ci sarà qualcuno in
grado di dire che questi non hanno fatto il loro dovere? Ci sarà qualcuno in grado di non
giustificare perché tutto ciò non abbia a ripetersi?
"Ho fiducia nella magistratura". Sì, e attendo la verità. E' un diritto di
tutti.
Ecco. Se si scriverà ancora di Carlo, tutte queste cose dovranno essere sempre tenute
insieme, non in pagine diverse, perché lo si deve a una vittima, al ricordo di lui, ai
giovani, alla nostra dignità.
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