La Repubblica 4 agosto 2001

Berlusconi: no al vertice Fao
"Troppo rischioso a Roma, spostiamolo nel Terzo mondo"

ANAIS GINORI


ROMA - Berlusconi teme una "nuova Genova": a Roma, dal 5 al 9 novembre, in occasione del vertice sulla fame organizzato dalla Fao. E' questo infatti il prossimo appuntamento mondiale dei noglobal. «Ci rivediamo a Roma» hanno detto i leader della protesta durante il controG8. La riunione dell'agenzia dell'Onu è un'occasione irrinunciabile, per loro: nella capitale sono stati invitati 180 capi di Stato e di governo, il segretario generale Kofi Annan, funzionari e esperti delle politiche dell'alimentazione. Si discuterà di povertà e carestia. I contestatori vogliono esserci per denunciare le ingiustizie della globalizzazione. Ma ancora una volta potrebbero esserci gruppi violenti e i riflettori saranno puntati sulla sicurezza e sulle manifestazioni di piazza. Il premier è preoccupato. Come garantire il sereno svolgimento dei cortei e della protesta, a soli tre mesi dalla guerriglia di Genova, con le polemiche politiche ancora in corso e le forze dell'ordine sotto inchiesta per errori e abusi?
«Troppo rischioso, spostiamo il vertice» ha confidato il presidente del Consiglio durante un incontro con i senatori di Forza Italia. Il presidente del Consiglio non vuole vedere ripetersi le scene di guerriglia urbana a pochi metri da Palazzo Chigi. Sembra un incubo per Berlusconi: dopo Genova, è ancora l'Italia la mèta degli antiglobalizzatori di tutto il mondo. «Noi con il G8 di Genova abbiamo già dato» è stato il commento del premier che starebbe già tentando di convincere i dirigenti della Fao a spostare il vertice in un'altra sede, probabilmente fuori dall'Italia, forse addirittura in Africa, nel Terzo Mondo. Un soluzione per evitare problemi di ordine pubblico ma anche, secondo le parole di Berlusconi, un modo per focalizzare davvero l'attenzione sul problema della fame nel mondo.
Alla Fao non ne sanno nulla. «All'estero? Via da Roma?» ripete con stupore Nick Parsons, il capo della comunicazione. «La nostra sede mondiale è stabilita a Roma da cinquanta anni. E' un fatto storico: è sempre stato qui aggiunge Parsons che abbiamo organizzato le nostre conferenze internazionali». I preparativi per il vertice continuano, sono già state invitate le delegazioni dei 180 paesi membri. Il dirigente dell'agenzia Onu esclude che ci sia per ora un ripensamento e sostiene che non è ancora arrivata nessuna comunicazione dal governo italiano. Conclude: «Siamo coscienti di quello che è successo a Genova ma questo vertice è programmato da tempo».
L'eventuale trasloco della riunione Fao non piace neanche all'opposizione. «Sono allibito commenta Gavino Angius, capogruppo al Senato dei Ds . Rinunciare a ospitare un vertice così importante significa ammettere che non si è in grado di garantire l'ordine pubblico: vuol dire che tutto il governo dovrebbe andarsene immediatamente». Sorpreso anche Willer Bordon, capogruppo dei senatori della Margherita: «Sarebbe come dire all'Onu di non tenere l'assemblea delle Nazioni Unite a New York». Stamattina il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, è di rientro a Roma e potrebbe già decidere di affrontare la questione con il governo italiano.