Il Manifesto 1 agosto 2001

 

La polizia finisce in tribunale
Pronte le denunce contro i pestaggi. E Amnesty scrive a Berlusconi
ANGELO MASTRANDREA - ROMA

Lesioni, violenza privata, abuso d'ufficio. Sono queste le ipotesi di reato che con più probabilità finiranno sul tavolo della procura della repubblica di Roma, e che avranno come destinatari gli agenti che hanno fatto irruzione nella scuola Diaz, nella notte tra sabato e domenica 21 luglio, e coloro che erano presenti nelle caserme di Bolzaneto e San Giuliano, la stessa notte. Gli avvocati romani del Social forum stanno infatti raccogliendo tutte le testimonianze dirette, le dichiarazioni di persone informate sui fatti e ogni altro materiale utile a supportare le denunce, che dovrebbero essere formalizzate non prima di settembre. Contemporaneamente, anche gli altri legali del Genoa social forum stanno lavorando in tutta Italia alla stesura di analoghe denunce.
"Ma il lavoro non è dei più semplici", dice l'avvocato Riccardo Passeggi dell'Associazione giuristi democratici, "perché non tutti hanno il coraggio di denunciare alla magistratura ciò che hanno vissuto. E c'è un problema di raccolta del materiale probatorio". Anche perché, mentre i fascicoli aperti finora alla procura della repubblica di Genova sono contro ignoti, in questo caso dovrebbero essere i singoli che hanno subìto violenze a formulare accuse più precise e circostanziate. Di sicuro, a Roma verrà presentata la denuncia di una persona malmenata nel comando provinciale dei carabinieri di Forte San Giuliano, a Genova. Lo stesso che avrebbe ricevuto, quella notte, la visita del vicepremier Gianfranco Fini, e che finora era rimasto ai margini dalle accuse di violenze. Gli altri casi in questione riguardano, invece, l'irruzione nella scuola Diaz e i pestaggi nella caserma di polizia di Bolzaneto. Ultimo filone, quello delle violenze avvenute durante i cortei del 20 e del 21. Alla fine, le denunce ci saranno, quante è difficile dirlo, anche perché è presumibile, sottolineano i legali, che in molti agiranno per conto proprio, senza rivolgersi al Genoa social forum. Nel frattempo, gli avvocati hanno già informato la camera penale di Roma delle violazioni del diritto alla difesa e delle mancate informazioni sull'arresto dei loro assistiti. Un fascicolo contro i pestaggi è stato presentato anche alla procura della repubblica di Napoli, ad opera dell'avvocato Mario D'Alessandro. Secondo il legale, anche se le responsabilità individuali degli agenti non riuscissero a essere accertate (in quanto gran parte di loro erano coperti e dunque difficilmente riconoscibili), queste dovrebbero ricadere sui funzionari che hanno guidato le azioni.
Ma a raccogliere testimonianze e denunce in questi giorni non ci sono solo i legali del Gsf. Amnesty international sta raccogliendo e verificando tutte le segnalazioni che arrivano in questi giorni, e che dovrebbero finire in un dossier che, però, vedrà la luce non prima di qualche mese. Già lo scorso 6 luglio l'organizzazione aveva chiesto al ministro dell'interno Claudio Scajola garanzie sul rispetto dei diritti umani a Genova e un monitoraggio sull'operato delle forze di polizia, senza peraltro ottenere risposta. Ieri, invece, il segretariato internazionale di Amnesty ha diffuso a Londra una lettera indirizzata al presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi. In essa si chiede al governo italiano la nomina di una commissione d'inchiesta indipendente sui fatti di Genova, che proceda di pari passo con le indagini della magistratura. Nella lettera, Amnesty international chiede che la commissione sia imparziale; che i suoi scopi, metodi e ricerche vengano resi pubblici; che cerchi le prove di violenze e torture nei confronti di manifestanti, e che queste persone siano protette da minacce e intimidazioni. L'organizzazione elenca poi tutte le violazioni dei diritti umani che sarebbero avvenute nei giorni del G8, dalle espulsioni arbitrarie dall'Italia di gruppi di manifestanti in arrivo da altri paesi europei (il caso più eclatante è quello dei 150 greci reimbarcati ad Ancona) agli arresti illegali, protrattisi, in alcuni casi, anche per più giorni. Senza darne conto ad avvocati e familiari.