Corriere della sera 26 luglio 2001
Liberi i
contestatori presi durante il blitz
Genova, scarcerati dai
gip. I pm erano contrari agli arresti. Pacchi bomba spediti da Bologna
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Tutti fuori, o quasi. I giudici per le indagini preliminari azzerano il blitz
della polizia alla scuola Diaz. Soltanto dieci arresti convalidati nel penitenziario di
Voghera, ma senza la conferma della detenzione. In libertà, da subito, i 36 attivisti
rinchiusi nel carcere di Voghera, i 7 che si trovavano a Vercelli, gli altri 15 di Genova.
Queste le cifre, secondo gli avvocati del Genoa Social Forum.
I GIUDICI - I Gip di Genova che hanno esaminato i provvedimenti fatti dalla questura
avrebbero verificato un problema di «attribuibilità soggettiva del reato». Troppo
generica laccusa collettiva di associazione a delinquere e resistenza a pubblico
ufficiale mossa ai 78 attivisti (gli arrestati erano 3, ma 15 erano già stati messi in
libertà dai pm) che nella notte tra sabato e domenica si trovavano dentro la scuola
adibita a dormitorio. Gli avvocati del Gsf cantano vittoria e annunciano valanghe di
controdenunce nei confronti della polizia. Ma dal Viminale invitano alla cautela, al
ministero dellInterno è arrivata soltanto la notizia della scarcerazione degli
attivisti italiani (erano 15). Molti stranieri sono stati portati alla questura di Genova
dove hanno ricevuto il foglio di via e sono stati accompagnati alle frontiere.
IN PROCURA - La vicenda del blitz alla Diaz ha causato malumori tra i magistrati genovesi.
I pm del «pool G8» già nei giorni scorsi avrebbero avuto lintenzione di rifiutare
la convalida degli arresti. La Procura però aveva deciso per una linea più prudente,
rimettendo la decisione finale nelle mani dei gip. Anche per questo la richiesta di
convalida degli arresti presentata ai gip porta in calce soltanto la firma del procuratore
aggiunto Lalla, il numero 2 della Procura, che ha avocato a sé anche le inchieste su
quanto avvenuto alla scuola Diaz. Quasi un atto dufficio, che secondo alcuni pm
avrebbe segnato la fine del cosiddetto «pool G8».
LINCHIESTA - Proseguono le indagini sul blitz. Ufficiali di polizia giudiziaria
hanno notificato a vari organi di stampa lordine del procuratore aggiunto Lalla di
«esibizione» di tutto il materiale fotografico, video e audio dellirruzione della
polizia nel centro del Genoa Social Forum.
LE BOMBE - I pacchi-bomba che nei giorni scorsi sono stati recapitati in tutta Italia sono
partiti dalla stessa città, Bologna. Gli attentati cui hanno fatto riferimento i
magistrati sono la busta esplosiva giunta nella stazione dei carabinieri di San Fruttuoso
che ha ferito seriamente un carabiniere, la busta con carica incendiaria indirizzata a
Emilio Fede arrivata nella sede del Tg4, la busta spedita alla Benetton di Treviso e
quella indirizzata al Prefetto di Genova e intercettata nella sede della Posta centrale.
Molto simili - e di scarsa potenza - gli ordigni giunti a Tg4 e Prefetto, potenzialmente
mortali gli altri due, confezionati con lo stesso tipo di esplosivo.
NEONAZISTI - Una piccola serie di coincidenze lascia aperta unipotesi inquietante:
tra le «tute nere» del Black Bloc che ha devastato Genova ci potrebbe essere stato anche
qualche infiltrato, molto vicino allarea neonazista che in Italia è contigua a
Forza Nuova. Lallarme era già stato lanciato da un rapporto dei servizi segreti.
Nei giorni scorsi, un gruppo di pacifisti bolognesi ha trovato (e consegnato ai
carabinieri) in un cassonetto di corso Italia, durante gli scontri di sabato, del
materiale inneggiante alla destra estrema. Foto, volantini, documenti. Ritrovati subito
dopo il passaggio del Black Bloc. Inoltre, nellagenda di alcuni tedeschi fermati
sono stati ritrovati numeri di telefono che riportano a Torino e al Piemonte.
|
M. Ima |
|