La Repubblica 6 agosto 2001 Polizia,
messaggio dalla Diaz
"Questi qui li massacriamo"
Ai pm i nastri dei colloqui tra le volanti e la centrale
Prima dell'incursione le forze dell'ordine chiesero l'invio di ambulanze
MASSIMO CALANDRI
GENOVA - «Mandatemi un contingente, che li massacriamo»: a parlare con la centrale
operativa della questura di Genova è un funzionario di polizia, un vicequestore ancora in
servizio dopo dieci ore di guerriglia urbana. E' la sera di sabato 21 luglio, quella
dell'irruzione nella scuola elementare Diaz. La comunicazione è stata acquisita dalla
Procura insieme ad altre conversazioni viaradio delle forze di polizia nei giorni degli
scontri di piazza. La verità sul blitz all'istituto scolastico, ma anche sui
«ritardati» interventi delle forze dell'ordine, che non avrebbero risposto in tempo a
centinaia di richieste d'aiuto, potrebbe essere rivelata proprio da questi nastri, che
vengono consegnati in questi giorni insieme alle relazioni di servizio. E tra le
comunicazioni di particolare interesse per i magistrati ci sarebbe anche la telefonata
partita sempre quella sera dalla questura al servizio di emergenza medica «118», con cui
la polizia prima ancora di sfondare alla Diaz già chiedeva di inviare in via Cesare
Battisti «diverse» ambulanze. Un'operazione in cui l'uso di cellulari per portare via
gli eventuali arrestati non era stato previsto, ma quello delle autolettighe sì. Perché?
Altri inquietanti retroscena relativi al blitz alla scuola emergono dalle relazioni
interne sottoscritte del dirigente della Digos, Spartaco Mortola, che sabato sera avrebbe
inutilmente avanzato davanti ai suoi superiori romani «forti perplessità»: i genovesi
non volevano intervenire, e lo hanno ripetuto ai magistrati durante gli interrogatori in
Procura. Al termine della ricognizione che precede l'assalto - dopo che quattro auto con
il vicequestore Di Bernardini sono state prese a pietrate - si limita a parlare con i
superpoliziotti di giovani che bevono birra. «A seguito dell'episodio, ipotizzando la
presenza dei responsabili degli incidenti di piazza, lo scrivente si recava sul luogo al
fine di svolgere una opportuna ricognizione. Giunto in piazza Merani avevo modo di
accertare che sulla stessa, con funzioni di vedette', intenti a bere birra sostavano
alcuni giovani. La stessa situazione veniva rilevata nelle strade circostanti l'edificio
scolastico Diaz. Davanti a questo, inoltre, sostavano circa 150 persone, nella quasi
totalità vestite di nero, che erano in possesso di un consistente numero di bottiglie di
vetro contenente birra». Nemmeno un'ora più tardi con il prefetto Arnaldo La Barbera e
il capo dello Sco Francesco Gratteri sarebbero piombati in via Battisti duecento agenti, e
gli uomini del VII Nucleo avrebbero arrestato 93 ragazzi all'interno della scuola. Adesso
i giudici, su istanza degli avvocati del Genoa Social Forum, hanno intenzione di acquisire
qualcuno dei manganelli in dotazione ai reparti mobili per verificarne la
«compatibilità» rispetto alle ferite riportate dai manifestanti durante l'irruzione.
Ieri del «superpool» di magistrati genovesi al lavoro sulle otto inchieste legate alle
violenze del G8 si sono visti in tribunale Anna Canepa ed Enrico Zucca, che hanno lavorato
fino al tardo pomeriggio. «Stiamo studiando una montagna di carte processuali, nei
prossimi giorni ci saranno parecchi interrogatori»: a cominciare, stamane, con quelli di
diversi manifestanti arrestati e rilasciati che sarebbero stati maltrattati ed umiliati
nella caserma della polizia di Bolzaneto. E lo stesso programma prevede che vengano
sentiti al più presto anche i funzionari responsabili dell'accoglienza dei detenuti (tra
di loro anche il vicequestore Alessandro Perugini, numero 2 della Digos, lo stesso filmato
e fotografato mentre prende a calci un ragazzo). Durante la settimana è previsto un
sopralluogo dei magistrati alla Fiera del Mare, altro teatro delle violenze degli agenti. |