La Stampa
Martedì 24 Luglio 2001
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I magistrati ricostruiscono la «notte di
sangue»
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Restano ancora in carcere 93 stranieri
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Alessandra Pieracci
GENOVA Ma che cosa è successo durante lirruzione della polizia nella scuola
Pascoli di via Diaz? Linchiesta della procura dovrà far luce su tutti gli aspetti,
assicurano il procuratore capo Francesco Meloni e il pm Anna Canepa che ieri, dopo un
sopralluogo, ha messo sotto sequestro ledificio scolastico. Intanto, è stata
disposta la scarcerazione dei fermati italiani, in tutto 15, mentre restano in carcere, o
sorvegliati in ospedale, i 93 stranieri, la maggior parte dei quali ha precedenti tali da
giustificare «pericolosità e rischio di fuga». Per tutti è stata chiesta la convalida
del fermo per associazione per delinquere finalizzata alla devastazione, nonchè
resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Tocca ora al gip, che ha 48 ore di tempo,
applicare o meno la custodia cautelare nei confronti dei fermati.
Il bilancio di sangue dellirruzione secondo il procuratore capo è stato di 66
feriti tra gli occupanti e 23 tra gli agenti, anche se il pm ha precisato che i referti
ospedalieri per le forze dellordine sono 17.
Il più grave è il tedesco Thomas Albrecht, ricoverato con prognosi riservata nel reparto
di neurochirurgia dellospedale di San Martino, dove è stato sottoposto a intervento
per un vasto ematoma al cervello e quindi trasferito in rianimazione: il paziente è
lucido e si alimenta, assicura il direttore sanitario dellospedale, e, salvo
complicazioni, non riporterà danni permanenti. Evoluzione clinica buona anche per linglese
Mark William Cowell, che ha riportato un grave trauma addominale e toracico, con emorragia
interna.
Per ricostruire la notte di sangue, i magistrati hanno sentito domenica, come testimone,
il capo della Digos genovese Spartaco Mortola e hanno interrogato ieri per circa due ore
anche Lorenzo Guadagnucci, il giornalista del «Resto del Carlino» ricoverato allospedale
Galliera.
«Siamo in possesso di verbali di polizia - ha detto il procuratore capo Meloni - che
fanno fede, fino a querela di falso, in cui si afferma come tutti gli occupanti della
scuola abbiano resistito alla polizia. Questa è la base da cui siamo partiti. Poi nel
corso del processo si farà chiarezza».
Nel frattempo sono stati rilasciati dalle carceri di Pavia e Alessandria, dove erano stati
trasferiti, 123 dei 288 arrestati durante gli scontri di venerdì scorso. A quanto pare,
per una settantina di loro non sarebbe stato confermato il fermo per mancanza di indizi di
colpevolezza.
Chiamata dal custode dello stadio Carlini, sede di tute bianche, No Global e rifondazione,
ieri la Digos ha recuperato due molotov, 13 bottiglie di trielina, 3 mazze da baseball, 5
mazze da hockey, 4 martelli, unaccetta, 27 sbarre, uno scudo da ordine pubblico
portato via a un carabiniere, 9 mazze di legno, 68 cerchioni di bicicletta tagliati e
privati dei raggi per trasformarsi in boomerang rudimentali, 51 spranghe di ferro, 2
catene, 3 uncini da macellaio, 7 caschi da motociclista, uno da cantiere.
E domanica pomeriggio i carabinieri dei Ros hanno seguito e bloccato a Moconesi, nellentroterra
di Levante, un furgone con targa austriaca e quattro auto, di cui una Land Rover, con a
bordo 25 giovani tra i 19 e i 23 anni, austriaci, tedeschi, svedesi, lituani, americani,
australiani e canadesi, che si sono dichiarati artisti di strada, ma che avevano a bordo
bastoni, catene, camere daria di camion e biciclette, caschi, e soprattutto
passamontagna e indumenti neri, oltre a due ricetrasmittenti. Il gruppo aveva seguito
strade secondarie per allontanarsi da Genova: a bordo cerano una cartina con
evidenziati i punti di accoglienza e unaltra mappa di Salisburgo con segnate le
piazze in cui sono esplosi gli scontri il 27 giugno scorso, in occasione della World
Economy Convention. Otto giovani avevano ferite recenti e 4 sono risultati schedati nei
paesi dorigine per episodi di violenza e distruzione durante manifestazioni.
Il furgone austriaco si era fermato per alcuni giorni allingresso del campo di
accoglienza di via dei Ciclamini, sede del Network per i diritti globali, lala più
dura del Gsf, e Cobas. Arrivati in anticipo rispetto allapertura del vertice, sembra
che preferissero stare appartati, completamente autosufficienti. «Hanno passato tutta la
giornata a picchiare sui tasti del computer», aveva raccontato uno degli ospiti del
campo.
Sempre i Ros hanno arrestato venerdì mattina un trentunenne genovese, che aveva in casa
una «pipebomb», ovvero un tubo metallico riempito di esplosivo e con un innesto a
strappo, del tipo usato per lattentato su una spiaggia adriatica, e anche sostanze
chimiche utilizzabili per fabbricare ordigni.
Ieri mattina, infine, altri 9 presunti black-block sono stati fermati, sempre in strade
secondarie, dai carabinieri di Santa Margherita Ligure. |
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