Corriere della sera 30 luglio 2001
DAGLI
USA
E su Internet un manuale
con le tattiche dei Black Bloc
- «Sono così orgoglioso di tutti voi e così orgoglioso di aver preso parte al Black
bloc. Il nostro Blocco, composto da numerose donne, ha respinto la polizia molte volte
negli ultimi due giorni e tutto è stato fatto con incredibile organizzazione. Uno dei
momenti più emozionanti della mia vita di anarchico». Tornato da quel fine settimana di
guerriglia a Washington (aprile 2000, proteste contro il vertice del Fondo monetario
internazionale), Shawn Ewald decise di condensare la sua competenza, assemblando e
diffondendo via Internet un manuale che raccogliesse tecniche e tattiche per muoversi nel
caos dei cortei, costruire barricate o armature di fortuna. Un lavoro che gli ha portato
via quasi un anno. Adesso «Anarchism in Action» (Anarchia in azione) è considerato il
prontuario dei ribelli in nero («di certo il più popolare», valuta per email lamericano
Chucko Munson, uno dei pochi leader riconosciuti dai Blacks): «Una guida pratica - spiega
lintroduzione - dove troverete pochissima teoria, un compendio di saggezza
collettiva che copre dai problemi di sicurezza allorganizzazione delle operazioni,
alla raccolta di fondi». Sfogliando la collezione di pagine messa insieme da Ewald, è
possibile ripercorrere i movimenti dei Black bloc a Genova, come se in molte occasioni si
fossero ispirati al manuale, che per la parte di resistenza urbana riproduce i consigli
del gruppo Peasant Revolt (Rivolta contadina). A partire dal primo ammonimento: «Battere
i poliziotti significa superarli in astuzia, non necessariamente bastonarli sulla testa».
E così: «Non siate tentati dal fronteggiare le forze dellordine e combattere.
Spostatevi dove potete causare danni e distruzioni senza divise attorno». Una strategia
che diventa nei racconti delle giornate di Genova: «I Black bloc puntavano in direzione
opposta a dove si vedevano schieramenti di forze dellordine. Preferivano le azioni
contro banche e simili allo scontro frontale».
Ancora dal manuale: «Continuate a muovervi. Fate tutto in piccoli gruppi, organizzatevi
in anticipo per riconoscervi». Che tradotto nelle testimonianze raccolte suona: «Un
braccio si alzava per un segnale e allimprovviso si riunivano decine di tute nere.
Si mischiavano tra i manifestanti per meglio confondersi, poi tornavano a riunirsi». E
la tattica che nella raccolta di Ewald viene sintetizzata da uno slogan: «La miglior
difesa è il caos». Quindi: «Dovete mimetizzarvi tra la folla. Entrate e uscite dal
corteo. Cambiate aspetto. Tenete sempre qualcuno in un buon punto dosservazione,
così le mosse della polizia possono essere previste». Dalla teoria alla pratica dei
giorni del G8: «Giravano con una borsa, dentro avevano magliette e passamontagna neri.
Mentre due o tre rimanevano fuori a fare da palo, gli altri distruggevano i negozi. Poi si
cambiavano e si perdevano tra i manifestanti».
Il libro offre anche suggerimenti su quali materiali utilizzare come armatura. «Mettetevi
addosso protezioni che siano discrete, adattabili, facili da portare e da togliere». Il
primo obiettivo è nascondare la propria identità, con maschere, passamontagna o simili:
«La manica tagliata di una maglia è perfetta. Prima di indossarla, potete portarla con
disinvoltura attorno al collo. Come una sciarpa».
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Davide
Frattini dfrattini@corriere.it |
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