Manifesto 27 luglio 2001
La "legge marziale" di Genova sulla stampa europea
I quotidiani inglesi, spagnoli e tedeschi
raccontano gli abusi della polizia durante il blitz di sabato notte
S. LI.
Continuano a dominare sulla stampa estera gli agghiaccianti racconti dei
manifestanti sul trattamento subito a Genova dalla polizia italiana, in particolare
durante il raid di sabato notte alla scuola Pertini. Particolarmente critico The
Indipendent che, dopo aver raccontato l'epopea vissuta da cinque dimostranti
britannici che solo ieri sono riusciti a parlare con le autorità consolari, pubblica un
editoriale rovente. "Forse c'è stato un equivoco", si legge sul quotidiano
inglese. "Credevamo che l'Italia fosse un rispettabile membro dell'Unione europea,
quel club esclusivo i cui associati si distinguono per alti standard di rispetto dei
diritti civili. A giudicare dagli eventi di Genova, ci siamo sbagliati". Affermazioni
a cui seguono critiche al vetriolo verso il premier britannico Tony Blair che, con le sue
dichiarazioni di sostegno alla polizia italiana ("più convinte di quelle di molti
politici italiani"), ha convinto il Foreign Office a non mostrarsi troppo
insistente nella sua richiesta di poter vedere i detenuti britannici. Una situazione che The
Indipendent definisce grottesca: "il diritto della rappresentazione legale è
stato semplicemente ignorato".
The Guardian, invece, riporta il racconto di un britannico che è riuscito ad
incontrare in ospedale un suo amico (prima che questi venisse trasferito in carcere, dove
tuttora si trova), colpito duramente durante il raid di sabato notte. "Sembrava di
essere sotto la legge marziale in un paese del Terzo mondo. I fondamentali diritti legali
erano ignorati. Non riesco a descrivere quanto fosse terribile ciò che ho visto".
I quotidiani tedeschi, dal canto loro, danno tutti risalto alla dura accusa del deputato
verde Hans-Christian Stroebele: "Questa vicenda mi fa pensare a quanto è accaduto in
Argentina durante la dittatura militare". Stroebele è andato a Genova per incontrare
i dimostranti tedeschi feriti, che "avevano tutti profonde ferite alla testa e segni
di maltrattamenti".
Racconti a cui fanno eco quelli dei manifestanti spagnoli intervistati da El Mundo,
ritornati in Spagna con varie contusioni e fratture, dopo aver trascorso quattro giorni in
carcere "subendo maltrattamenti fisici e psichici". I giovani, determinati a
sporgere denuncia contro il governo italiano, danno la loro versione del famigerato blitz
di sabato notte in via Cesare Battisti: "Stavamo dormendo in una scuola pubblica
quando trenta poliziotti hanno fatto un'irruzione brutale. Abbiamo alzato le mani e loro
ci hanno inizato a colpire con i manganelli. Poi hanno preso una sedia e una panca e ce li
hanno lanciati sulla testa". I maltrattamenti sono poi continuati in commissariato:
"ci hanno costretto per ore a restare con la faccia contro la parete e le braccia
alzate, mentre ci insultavano".
Anche la Reuters, principale agenzia di stampa mondiale, riporta una testimonianza
analoga su quanto accaduto sabato notte nella scuola di via Battisti. Un consulente
economico lussemburghese racconta alla Reuters che "quando la polizia è
entrata nella scuola stavamo tutti a terra con le braccia alzate. Loro si sono
approfittati della nostra posizione e hanno cominciato a colpirci con i manganelli con
estrema violenza".
Sul versante della stampa francese, Le Monde, che l'altroieri aveva riportato la
lunga e sconvolgente testimonianza di un manifestante brutalizzato a Bolzaneto e poi
abbandonato in autostrada, descrive le massicce manifestazioni in tutta Italia contro gli
abusi polizieschi e riporta un appello di Reporters sans frontières (Rsf). Con il
titolo "violenze senza precedenti nei confronti della stampa", l'associazione di
giornalisti impegnati per la libertà di stampa nel mondo racconta "che almeno sedici
giornalisti sono stati gravemente feriti. Alcune operazioni di polizia, di una violenza
inaudita, sono state pianificate e condotte in edifici in cui i dimostranti e i
giornalisti lavoravano o riposavano, ben lontani dalle agitazioni". Rsf ha annunciato
di aver inviato una lettera a Silvio Berlusconi e al ministro dell'interno Scajola, in cui
"esprime tutta la sua indignazione" e chiede l'apertura immediata di
un'inchiesta.
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