Manifesto 24 luglio 2001 COMMENTO
Il miracolo del Genoa social forum
VITTORIO AGNOLETTO -
Quanto è accaduto in queste drammatiche giornate a Genova è destinato
ad incidere fortemente nel futuro politico e sociale italiano; il movimento contro questa
globalizzazione neoliberista ha pagato un prezzo altissimo a Genova, la morte di un
giovane ragazzo e centinaia di feriti gravi, e sono ferite che lasciano un profondo segno
di sofferenza e che rendono necessarie riflessioni profonde.
E' ancora troppo presto per trarre un giudizio complessivo. Per ora è solo possibile, e
forse necessario, esprimere qualche prima valutazione.
1. Il movimento è riuscito ad imporsi come soggetto politico autonomo sulla scena
italiana; è stato capace di porre al centro del dibattito politico, dell'agenda
parlamentare e della pubblica opinione i propri contenuti, coniugando la protesta con una
forte ed autorevole capacità propositiva. Temi i quali la cancellazione del debito, la
Tobin Tax, il trattato di Kyoto, la lotta contro il monopolio delle multinazionali e
contro la durata ventennale del brevetto sui farmaci, l'impegno per l'accesso all'acqua
potabile per le moltitudini del Sud del mondo, la riconversione produttiva delle fabbriche
di armi... non sono più patrimonio di uno stretto numero di attivisti delle
Organizzazione non governative.
Il Genoa Social Forum (Gsf) ha compiuto il miracolo di essere riuscito a costruire una
rappresentanza politica unitaria ed un movimento composito, mantenendo insieme
associazioni, centri sociali, sindacati, Ong e forze politiche che spesso fra loro, nella
vita quotidiana, non hanno rapporti di proficua collaborazione. Una capacità comune di
azione che si fonda su una sufficientemente solida base programmatica, ma anche su un
comune sentire sulle forme di lotta: la scelta pacifica, non violenta e la disobbedienza
civile hanno costituito un importante e non ideologico punto di arrivo in un'elaborazione
collettiva.
L'azione del Gsf ha evidenziato ancor più la fragilità e l'ambiguità dell'Ulivo e la
situazione di assoluta impasse che attraversano i Ds; di fronte ad un movimento di massa,
come quello manifestatosi a Genova nella grande manifestazione dei 300mila, gli
equilibrismi tattici sono senza futuro. Un movimento che probabilmente è oggi la parte
più interessante dell'opposizione sociale al governo delle destre.
2. Il governo Berlusconi, nel suo primo e vero appuntamento d'importanza sociale e
politica, ha dimostrato tutta la propria incapacità nel gestire il confronto con un reale
movimento di opposizione. E' emersa la vera e profonda cultura della destra italiana: una
cultura ancora fondata sulla repressione militare, sull'indifferenza verso la Costituzione
nata dalla Resistenza, sul disprezzo dei diritti umani. Per questo governo non è
tollerabile un'opposizione di massa "pacifica e disobbediente", ancora una volta
ha scelto di ricorrere alla strategia della tensione e non ha esitato anche a utilizzare e
a strumentalizzare gruppi violenti. L'obiettivo è fin troppo evidente: reprimere il
movimento, spaccarlo e spingerne una parte verso strategie violente che possono
legittimare, agli occhi dell'opinione pubblica, repressioni selvagge ben oltre quel che
prevede la legislazione italiana. Non è esagerato sostenere che ci troviamo di fronte ad
un governo che ha costruito l'atmosfera in cui far maturare l'omicidio di Carlo Giuliani;
un governo eversivo nel senso etimologico della parola.
Credo si debba prendere atto della maturità e della consapevolezza presenti nella
risposta del movimento che ha evitato di cadere nella trappola e che ha rifiutato ogni
provocazione. Un movimento che nel prossimo futuro dovrà fare i conti con questioni
complesse come l'autotutela delle proprie iniziative e la presenza di aree violente e
spesso prive di qualunque politicità, risultato di un degrado sociale e culturale, per
questo infiltrabili e manovrabili dalle forze dell'ordine.
Il Gsf non termina la sua storia a Genova; in queste giornate si è trasformato nel forum
sociale italiano, parte integrante del forum mondiale di Porto Alegre, e si articolerà
territorialmente conservando la propria unità, il bene più prezioso che abbiamo
faticosamente conquistato.
|