Corriere della sera 6 agosto 2001
IL PROSSIMO APPUNTAMENTO

Napoli, timori per l’incontro Nato I no-global: più cauti ma ci saremo

MILANO - L’allarme no-global scivola lungo la penisola. Da Genova a Roma, da Roma a Napoli. Anzi, Napoli viene ancora prima della Capitale che ospiterà il vertice Fao dal 5 al 9 novembre: nel capoluogo campano, infatti, il 26 e 27 settembre si incontreranno i ministri della Difesa della Nato. Tema del summit: lo scudo stellare voluto dal presidente americano George Bush e approvato dal nostro premier, Silvio Berlusconi. Un argomento forse anche più scomodo rispetto al dimezzamento del numero degli affamati nel mondo di cui si occuperà l’incontro di Roma. Dunque più «allettante» per il movimento che protesta contro la globalizzazione. Il Mattino , quotidiano della città, ieri apriva addirittura il giornale sulle possibili ripercussioni di violenza legate al vertice Nato di fine settembre. Sull’onda dei dubbi governativi per l’appuntamento Fao, c’è già a Napoli chi chiede di cambiare sede per l’incontro (il presidente delle piccole e medie imprese), mentre il sindaco di centrosinistra Rosa Russo Jervolino è impegnata a difendere la scelta della città ma anche a rassicurare che non si ripeterà un caso-Genova: «Il 9 agosto saranno predisposti i piani per la sicurezza. In quella sede il sindaco farà gli interessi della città. Abbiamo una grande consapevolezza di cosa rappresenti il vertice di settembre».
Consapevolezza che è altrettanto forte nei contestatori, pronti a intervenire prima a Napoli e poi a Roma. Lo conferma don Vitaliano Della Sala, il «parroco dei centri sociali», organizzatore di una sorta di campeggio estivo che coinvolgerà il mondo no-global italiano, con la presenza delle tute bianche di Luca Casarini e forse anche di Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum. Nessuna esercitazione paramilitare sull’esempio di quelle mostrate in tv nei giorni pre G8 nelle strade di Genova: don Vitaliano assicura che in quell’incontro, che avverrà a Sant’Angelo a Scala dal 17 al 26 agosto e a cui hanno già dato la loro adesione 150 contestatori tra aderenti ai centri sociali e ad altri movimenti, «bisognerà innanzitutto digerire Genova».
Al termine della riflessione collettiva, che sicuramente coinvolgerà in particolare i movimenti cattolici profondamente lacerati dalle violenze del G8, si deciderà comunque «di continuare» nella contestazione a Napoli e a Roma, spiega don Vitaliano. Anche se il «come» dovrebbe arrivare dopo una severa autocritica su qualche eccesso di «resistenza». Sul vertice di Napoli, ovvero su ipotesi di rinvio o conferma, non c’è al momento nessuna reazione ufficiale da parte del ministro della Difesa Antonio Martino, «padrone di casa» a Palazzo Reale e Castel dell’Ovo, sedi degli incontri delle decine di partecipanti alle delegazioni. Fonti del ministero fanno osservare che ogni discorso è prematuro prima di avviare il confronto con i rappresentanti degli altri Paesi Nato coinvolti.
Enrico Caiano