Corriere della sera 31 luglio 2001
«Errori
e omissioni nella perquisizione a scuola»
Pronto il rapporto dei
superispettori del Viminale. «Carenze informative» sui manifestanti violenti in piazza
- ROMA - La scelta di eseguire la perquisizione nella scuola elementare «Armando Diaz»
è stata legittima, la decisione collegiale di intervenire è stata adottata sulla base di
motivi concreti. Durante il «blitz» nelledificio, invece, ci sono stati «errori
ed omissioni». Sono questi i risultati a cui sarebbe giunto Pippo Micalizio, lispettore
incaricato dal capo della polizia, Gianni De Gennaro, di ricostruire quello che è
avvenuto la sera di sabato 21 luglio, quando gli agenti hanno fatto irruzione nella sede
del Genoa Social Forum. Micalizio ha finito in nottata la sua relazione, la più spinosa
fra le tre sugli incidenti nel corso del G8: oggi la porterà a De Gennaro che, a sua
volta, la consegnerà al ministro dellInterno, Claudio Scajola. E nel pomeriggio
potrebbero arrivare dal Viminale le sanzioni per gli eventuali responsabili degli
«errori» nellesecuzione delloperazione e per chi non avrebbe adottato
immediati provvedimenti per evitare che i poliziotti si lasciassero andare ai presunti
pestaggi denunciati dai «No Global».
LISPEZIONE - Gli ispettori, che non sono ripartiti ieri per Roma come era previsto,
hanno ricostruito gli avvenimenti oggetto degli approfondimenti disposti da De Gennaro
dopo la denunce dei contestatori sulle violenze nella «Diaz» e nella caserma di
Bolzaneto, dove sono stati portati gli arrestati, e sugli scontri nelle strade della
città. Ieri, dopo aver ascoltato tutti i funzionari impegnati nel «blitz» allinterno
della scuola, Micalizio è tornato nelledificio: ha controllato la dislocazione
delle stanze, verificato lo stato dei muri e dei pavimenti. E, soprattutto, la zona
attorno alla scuola per delimitare la posizione occupata da chi dirigeva l«operazione
di polizia giudiziaria» a caccia di armi o di «altri oggetti atti ad offendere». Anche
gli altri due ispettori, Salvatore Montanaro (sua la competenza sullaccaduto a
Bolzaneto) e Lorenzo Cernetig (si è interessato della gestione dellordine pubblico
a Genova durante gli scontri, anche lui avrebbe accertato «carenze informative» sui
manifestanti violenti in campo) hanno concluso le verifiche e metteranno in giornata nelle
mani del capo della polizia i loro rapporti.
LE RESPONSABILITA - La parte più delicata degli accertamenti riguarda le possibili,
singole responsabilità di chi ha disposto, guidato ed eseguito le operazioni. Dal punto
di vista della responsabilità oggettiva, come ha ricordato Scajola alla Camera, la
«catena di comando» vedeva al vertice «lautorità locale di pubblica sicurezza»,
cioè il questore Francesco Colucci. Ma alla «Diaz» cera il prefetto Arnaldo La
Barbera (capo dellAntiterrorismo, arrivato in città poche ore prima), e soprattutto
sul suo ruolo si sarebbero concentrati gli ispettori. La Barbera non è stato sentito, ma
ha consegnato una relazione scritta, mentre Micalizio ha ascoltato gli altri funzionari
che hanno avuto un ruolo nellirruzione nella sede del Gsf (che ieri a Roma ha
iniziato la controinchiesta con la raccolta di testimonianze): il direttore dello Sco,
Francesco Gratteri, il capo della Digos di Genova, Spartaco Mortola e il numero uno del
Reparto mobile di Roma, Vincenzo Canterini.
SI MUOVE IL CSM - Il componente laico (Verdi) del Csm, Eligio Resta, ha chiesto allorgano
di autogoverno dei giudici di aprire una pratica sul comportamento della Procura di
Genova. Resta ha sollecitato verifiche in base alle notizie riportate dai giornali sulle
lamentele degli avvocati dei fermati: i difensori hanno sostenuto di non aver avuto la
possibilità di parlare con i loro assistiti.
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Flavio
Haver |
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