La Stampa 26 luglio 2001
Il Gsf: i magistrati non convalidano gli
arresti
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Il Viminale nega. Indagati i leader
antiglobal
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Alessandra Pieracci
GENOVA Arresto non convalidato perché «non è stato adottato nei presupposti di
legge», ovvero non si potevano attribuire ai singoli individui gli oggetti sequestrati
(bottiglie molotov e spranghe) né esistevano indizi gravi sia sulla sussistenza dell’associazione
a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, sia sulla partecipazione all’associazione
stessa. Con questa motivazione sarebbero stati scarcerati ieri trenta detenuti a Pavia,
sette donne a Vercelli, quattro dal carcere genovese di Marassi, altri tre dall’ospedale
di Villa Scassi. Gli avvocati del Genoa Social Forum hanno comunicato lo stillicidio di
provvedimenti che, secondo i legali, sconfessano l’operazione di polizia nella scuola
Pascoli di via Battisti, l’irruzione di sabato notte. «L’unica convalida
riguarda l’uomo che ha tentato di accoltellare il poliziotto». Ma dal Viminale
arriva una versione ufficiosa esattamente opposta: scarcerazioni sì, concesse perché non
ritenuta necessaria la custodia cautelare, ma convalida di tutti i fermi, con l’eccezione
di ventuno stranieri bloccati in prossimità di un furgone dal quale venivano distribuite
le armi. In quest’ultimo caso, infatti, non sarebbe stato possibile stabilire un
legame di proprietà, in quanto gli stranieri individuati si trovavano all’esterno
del mezzo, mentre per quanti erano chiusi nell’edificio scolastico il rapporto,
secondo la polizia, sarebbe stato inequivocabile.
Le diverse fonti sono concordi su un solo particolare: a tutti gli stranieri è stato
notificato un provvedimento di espulsione firmato dal prefetto di Genova Antonio Di
Giovine, ovvero un provvedimento di carattere amministrativo. Le partenze sono iniziate
subito, a bordo di pullman sino al confine oppure sino all’aeroporto per l’imbarco
sul primo volo diretto nel paese d’origine.
«Un’espulsione motivata in una riga - protestano gli avvocati del Genoa Social Forum
- ovvero "visto il contesto nel quale sono stati arrestati". Così sono stati
fatti partire in fretta e furia prima che i rispettivi consoli potessero verificare in che
condizioni erano: i magistrati, comunque, hanno preso atto delle condizioni di salute di
tutte le persone che hanno sentito».
«C’è anche il caso di una cittadina italosvizzera, in possesso di entrambi i
passaporti - dice l’avvocato Tambuscio, che si è occupato di sette giovani a
Vercelli - espulsa come straniera. I genitori erano venuti a prenderla, ma il questore non
ha potuto fare altro che notificare il provvedimento del prefetto invitando madre e padre
a seguire il pullman con la ragazza sino al confine, per riabbracciarla là».
«E pensare che molti giovani erano arrivati a Genova in auto - aggiunge da Pavia Maria
Luisa Daddabbo - in alcuni casi con mezzi noleggiati. Le chiavi sono state sequestrate,
forse rimaste nella caserma di Bolzaneto, comunque non risultano agli atti». Concludono
gli avvocati: «Sarebbero quindi illegali gli oltre 90 arresti avvenuti durante il
violentissimo sgombero della scuola Pascoli».
Gli interrogatori proseguono, condotti da nove gip genovesi: tre a Pavia, due Voghera e
uno a Vercelli, oltre ad altri tre magistrati che si occupano degli stranieri feriti
ricoverati a San Martino, Galliera e Villa Scassi.
Intanto, mentre i vertici del Gsf risultano indagati proprio nell’ambito dell’inchiesta
sui ritrovamenti di armi all’interno dei centri di accoglienza, la magistratura
genovese continua gli accertamenti sul comportamento della polizia durante l’irruzione.
Ufficiali di polizia giudiziaria hanno notificato a vari organi di stampa, tra cui
l'agenzia Ansa, l'ordine del procuratore aggiunto Francesco Lalla di «esibizione» di
tutto il materiale fotografico, video e audio realizzato in occasione del blitz nel centro
del Genoa Social Forum. Il magistrato ha rilevato infatti la necessità di acquisire tutto
il materiale possibile per la ricostruzione degli eventi. Smentita, invece, la ricerca di
altro materiale presso i laboratori fotografici privati presso i quali potrebbero essere
stati lasciati a sviluppare e stampare rullini di istantanee realizzate durante gli
scontri. Ieri mattina lo stesso procuratore Lalla ha incontrato, poco prima delle 11, il
questore di Genova, Francesco Colucci, e il capo della Digos, il vicequestore Spartaco
Mortola. Al termine dell’incontro, il questore ha dichiarato che si è trattato solo
«di uno scambio di saluti».
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