La Stampa
Berlusconi: non voglio parlare più del G8
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Mercoledì 1 Agosto 2001
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IL CAVALIERE HA RADUNATO IERI SERA I SUOI PARLAMENTARI,
MA SU GENOVA NESSUN INTERVENTO
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Il premier ha delegato ogni decisione operativa a Scajola
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ROMA
SUL G8 non dico una sola parola. Stasera voglio solo congratularmi con gli amici
deputati di Forza Italia per leccellente lavoro svolto, e far loro gli auguri di
buone vacanze... Tutto qua». Inutile insistere con Silvio Berlusconi: seduto a tavola sul
terrazzo dellHilton, mentre tutto intorno sode il vociare tipico delle feste
con tanti invitati, il premier congeda garbatamente chi chiama al telefonino del suo
portavoce, Paolo Bonaiuti. La commissione parlamentare dindagine sui fatti di
Genova? No comment. Lappello di Carlo Azeglio Ciampi a cercare la verità? No
comment, no comment. Ci mancherebbe altro che il presidente del Consiglio si mettesse a
discettare sulle opinioni espresse dal Capo dello Stato...
E così, mentre presiede il cenone con i deputati azzurri organizzato dal capogruppo Elio
Vito, Silvio Berlusconi liquida con un sorriso linsistenza dei cronisti: «Questa è
una riunione di famiglia, per essere invitati la prossima volta candidatevi con Forza
Italia».
Si mostra in vena di battute, il Cavaliere, segno che la battaglia di oggi in Senato non
lo preoccupa particolarmente. Ha deciso che ci sarà pure lui in aula, quando verrà messa
ai voti la mozione di sfiducia del centrosinistra contro il titolare dellInterno
Claudio Scajola. Ma ieri sè limitato a dare un paio di raccomandazioni al suo
ministro: «Garantire il massimo sostegno alla polizia e, al tempo stesso, andare fino in
fondo nella ricerca della verità. Chi ha sbagliato deve pagare». Scajola verrà assolto
dal Parlamento, i poliziotti che hanno sbagliato saranno puniti, la commissione dindagine
si metterà finalmente al lavoro e tra pochi giorni (complice il generale Agosto) il
«caso G8» scivolerà sullo sfondo. Nella mente di Berlusconi, i fatti di Genova sono
praticamente un capitolo chiuso.
Le sue preoccupazioni riguardano, semmai, il programma. Per mostrare allItalia che
mantiene le promesse della campagna elettorale, Berlusconi avrebbe bisogno di Camere
disposte agli straordinari. Più delle mozioni anti-Scajola, destinate a sicura sconfitta,
lo disturba lostruzionismo dellUlivo. Ma lui ha pronta la medicina: voti di
fiducia se lopposizione persisterà nella sua tattica: «A mali estremi, estremi
rimedi».
Lallarme era stato lanciato già ieri mattina, mentre il presidente del Consiglio
visitava la Brianza colpita venti giorni fa dalla tromba daria: «Questa è lopposizione
che abbiamo: non guarda allinteresse del paese. Ma lei lo sa - sè sfogato il
presidente del Consiglio con un imprenditore che chiedeva infrastrutture - dei 2.100
emendamenti presentati contro la legge sui lavori pubblici? Il governo non può mettere in
atto il suo programma», ha allargato le braccia, «votato da tanta e tanta gente».
Limmagine proposta dal Cavaliere è quella solita: mentre il centrosinistra gli rema
contro, lui in tuta operaia si carica sulle spalle i problemi universali. Ieri, nellagenda
berlusconiana, era il turno della disastrata Brianza dove, ha sottolineato il premier dopo
un incontro coi sindaci della zona, «lintervento tempestivo del governo ha
stanziato 150 miliardi che verranno messi a disposizione già dal mese di settembre. Credo
- sè compiaciuto - che i cittadini abbiano sentito stavolta uno Stato amico, pronto
a dare una mano a chi ne ha bisogno, e non un nemico in agguato».
A Concorezzo, per citare Pascoli, Berlusconi ha corso il rischio di inciampare nella
memoria: «La nube nel giorno più nera, fu quella che vidi più rosa nellultima
sera...». Poi ha spiegato il riferimento: «Le cose brutte, quando si superano, danno la
misura della propria forza». Un concetto che gli sarà tornato utile a pranzo, quando ha
dato istruzioni di gioco al neo-allenatore turco del Milan, Fatih Terim.
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