Manifesto 5 agosto 2001 Genova,
l'ottavo mistero
Le prime violenze vennero segnalate, nessuno
intervenne: c'è un'altra inchiesta
AUGUSTO BOSCHI - GENOVA
C' è un'inchiesta nuova istruita dalla procura di Genova sui fatti
relativi agli incidenti scoppiati durante il G8: si tratta dell'indagine volta a scoprire
se polizia e carabinieri hanno davvero agito in maniera tempestiva contro i black block.
L'inchiesta, l'ottava aperta dalla procura, è partita da una denuncia fatta dalla
presidente della Provincia, Marta Vincenzi, nella quale si afferma che nonostante i
ripetuti allarmi e avvertimenti sulla presenza di tute nere all'interno di una scuola
elementare, nè la polizia nè i carabinieri intervennero per farli sloggiare. I fatti si
svolsero poco prima dell'apertura del vertice, quando un gruppo di black blockers occupò
abusivamente una scuola elementare a Quarto. Sollecitate dalle continue telefonate della
presidente della Provincia, che avvertiva di come gli occupanti stavano saccheggiando i
locali alla ricerca di armi improprie, alla fine un piccolo contingente di poliziotti
venne spedito a controllare ed eventualmente intervenire; giudicando la situazione troppo
pericolosa, inserirono la retromarcia e se ne tornarono in caserma.
Ma non è l'unica direzione in cui indagano i pm. Il filone comprende le manchevolezze e
le stranezze del comportamento dei tutori dell'ordine durante gli scontri di piazza: anche
dei cittadini hanno fatto queste segnalazioni, dice il procuratore capo di Genova,
Francesco Meloni. Secondo la Provincia e alcuni cittadini ci sarebbe stato un non
tempestivo intervento da parte dei carabinieri e della polizia per affrontare situazioni
che si pensavano di pericolo o anche di danno in atto. Ma il procuratore non si ferma qui
e precisa: ci sono state delle situazioni per le strade di manifestanti che devastavano in
assenza in quel momento delle forze dell'ordine.
Alcuni le hanno viste in televisione, altri le hanno viste dal vivo: piazza Martinez
venerdì 20 intorno alle 18, i black block hanno avuto almeno un'ora di tempo per erigere
barricate, dare alle fiamme la Banca Nazionale del Lavoro, prima che una carica con le
autoblindo si sbarazzasse degli ostacoli per la strada e i plotoni di polizia e
carabinieri irrompessero nella piazza per una caccia all'uomo che ha colpito solo chi non
c'entrava niente, dal momento che le tute nere erano già in un altro quartiere. Stessa
scena in corso Sardegna il giorno dopo: una trentina di giovanissimi tedeschi con
passamontagna e felpe nere dà alle fiamme due auto, rade al suolo un distributore di
benzina, sfonda le porte di un'agenzia della Carige e ne butta in mezzo alla strada arredi
e documenti. Il tutto a meno di 50 metri da qualche centinaio di agguerritissimi agenti in
tenuta antisommossa, troppo occupati ad impedire che il troncone finale del corteo
pacifista raggiungesse quello che già stava in piazza Ferraris. Solo due esempi, ma se ne
potrebbero portare a decine. L'inchiesta sul comportamento delle forze dell'ordine rischia
di diventare il filone più scomodo di tutta l'indagine. E questo perchè mentre per i
fatti della Diaz e di Bolzaneto sono sotto accusa comportamenti e specifici atteggiamenti
che possono essere ricondotti anche soltanto alla responsabilità di pochi, qui sotto
inchiesta è l'intero modo di schierarsi e di gestire l'ordine pubblico. Tanto più che
restano da spiegare le foto dei carabinieri in borghese con le spranghe, il ruolo degli
infiltrati e le testimonianze, peraltro sempre smentite da questura e carabinieri, su
black blockers che intrattengono amabili conversazioni con agenti in divisa.
Per quanto riguarda invece l'irruzione alla scuola Diaz, durante la ricognizione
effettuata dai piemme Parentini, Zucca e Petruzziello, sarebbero state trovate tracce di
sangue che proverebbero la veridicità dei racconti sui pestaggi avvenuti dopo gli
arresti. E intanto viene fuori che gli hard disk sequestrati nella sede del Genoa
social forum durante il blitz alla Diaz contenevano denunce di manifestanti sulle
aggressioni subite in piazza e testimonianze sul comportamento strano tenuto dalle forze
dell'ordine. Un sequestro per il quale non esiste alcun verbale. Gli avvocati stanno
cercando di rintracciare gli autori delle denunce per ricostruirle. E sempre dagli
avvocati arriva un appello: tutti quelli che sono stati feriti durante gli scontri devono
farsi visitare da un medico legale prima che i segni delle ferite scompaiano. Un
procedimento essenziale per provare le violenze subite.
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