La Stampa
Venerdì 27 Luglio 2001
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Parigi, lira degli anti-global
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In duemila di fronte allambasciata
italiana
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PARIGI
CARLO! Carlo!», «Aiutate i nostri compagni»: il grido si leva alto a rue de Varenne, il
centro elegante di Parigi, a cento metri dallambasciata d'Italia e a duecento da
palazzo Matignon, la sede del governo francese. E il popolo degli antiglobal reduce
da Genova - oltre 2000 persone, con intellettuali, esponenti di partiti, sindacati - che
chiede giustizia e contesta il vertice. «G8, assassins» è il sottofondo fisso di tutta
la manifestazione.
La protesta dura unora, esattamente quanto il nubifragio che si abbatte sulle tante
maglie nere - in segno di lutto - e le tante tute bianche che alzano le mani nel loro
segnale di non violenza. Partito da Montparnasse, il corteo - molte le bandiere rosse di
comunisti ed estrema sinistra francese, molte le verdi dei pacifisti - si è bloccato
sulle transenne predisposte dai celerini francesi. Due file di poliziotti in tenuta
antisommossa hanno scoraggiato chi avesse avuto voglia di oltrepassare la «linea rossa»
di rue de Varenne. Soltanto quando il coro inneggiante a Carlo Giuliani si è alzato più
forte, a quattro tute bianche è stato concesso di avanzare sotto la pioggia fino al
cortile dellambasciata. Tre ragazzi e una ragazza, con le mani in alto, hanno
percorso i 100 metri blindati dalla polizia ed hanno consegnato rotoli di carta con
testimonianze e fotografie di quello che hanno definito il «massacro di Genova». Uno di
loro, quello che ha preso la parola per consegnare i documenti ad una funzionaria dellambasciata,
aveva due vistose ferite cucite con i punti, una in testa, laltra sulla nuca. Ha
detto di essere stato manganellato senza motivo a Bolzaneto e di aver trascorso una notte
in un centro di detenzione.
Tutti avevano un fiore rosso, molti avevano la foto di Carlo Giuliani. In testa al corteo,
uno striscione bianco e nero: G8 assassini. José Bové, il sindacalista contadino leader
della contestazione alla globalizzazione, ha promesso: «La nostra lotta non si ferma,
cresce. Eravamo 200.000 a Genova, saremo mezzo milione a Roma il 10 novembre», il nuovo
appuntamento del popolo di Seattle per la riunione della Fao sullalimentazione.
Sempre in prima fila nelle contestazioni di questi giorni a Parigi, Annick Coupé, dellUnione
sindacale del G10 Solidaires, grida contro «la scandalosa escalation» di violenza nei
vertici del G8. Un gruppo di italiani depone mazzi di fiori all'angolo della strada,
gridando «G8, vergogna». Per i leader del mondo, «Bush, Putin, Chirac, Berlusconi,
assassini» e «commissione dinchiesta internazionale». Il collettivo che riunisce
i gruppi antiglobal ha chiesto che uninchiesta internazionale sui fatti di Genova
sia affidata ad Amnesty International.
Verso le 20, sotto la pioggia sempre battente, i manifestanti hanno abbandonato la rue de
Varenne, che per la terza volta in pochi giorni è stata bloccata dalle transenne per le
manifestazioni di protesta. Il clima a Parigi è di aspra critica, «Le Monde» ha
lanciato oggi un appello alla mobilitazione, «Siamo tutti genovesi, tutti a
manifestare». Bové e compagni, da parte loro, hanno scritto una lettera aperta
sollecitando un intervento di Chirac e Jospin perché venga «fatta luce sulle
responsabilità della polizia e del governo italiano».
Il popolo di Seattle si è mobilitato in altre città francesi, da Tolosa a Marsiglia.
Proprio quella marsigliese è stata la manifestazione più dura, quella dei
«sopravvissuti di Genova», con tre poliziotti lievemente feriti da un lancio di sassi e
una decina di fermi davanti al consolato dItalia. La rue dAlger, dove sorge il
consolato, è stata ribattezzata dai manifestanti, con un cartello incollato sulla targa,
«rue Carlo Giuliani».
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