Manifesto 27 luglio 2001

"Sciogliamo il reparto dei picchiatori"
Cgil, Verdi e Rifondazione attaccano il Gom, responsabile del pestaggio alla caserma di Bolzaneto
A. MAN.

Il Gom è nella bufera. Il pestaggio degli arrestati nella caserma genovese di Bolzaneto non è stato opera di carabinieri e polizia, bensì di uomini del Gruppo operativo mobile (Gom), il reparto speciale delle guardie carcerarie. Erano a Genova per il trasporto in carcere degli arrestati e hanno avuto la mano pesante. Lo ha raccontato l'agente intervistato ieri da Repubblica e lo confermano numerosi manifestanti. Tra loro anche un ragazzo romano, che si è presentato ieri nella redazione del manifesto pregandoci di tacere il suo nome.
"A Bolzaneto - racconta il giovane - i carabinieri erano i più tranquilli. Erano loro a permetterci di sederci, di riposarci un attimo. A picchiarci erano i secondini, non potevamo nemmeno guardarli in faccia. Io per fortuna ho preso solo pugni e calci, e sono pieno di lividi, ma a un altro ragazzo hanno spezzato un polso e continuavano a massacrarlo anche dopo". Queste testimonianze ormai abbondano, decine di italiani e di stranieri sono stati pestati a Bolzaneto. Tra loro c'è perfino un geologo spagnolo che ha raccontato tutto a El Pais. Tuttavia il guardasigilli leghista Roberto Castelli, che ieri sera ha convocato i vertici dell'amministrazione penitenziaria, nega le violenze. Ma intanto sul famigerato Gom infuria la polemica: Giovanni Russo Spena dei Rifondazione, Paolo Cento dei Verdi e il sindacato Cgil della funzione pubblica ne chiedono apertamente lo scioglimento. Durissimo Giuliano Pisapia (Prc), ex presidente della commissione giustizia della camera. "Questi agenti vengono selezionati in base alle attitudini e anche al profilo ideologico, per tre volte ho presentato interrogazioni sull'attività del Gom e i governi del centrosinistra non mi hanno mai risposto". In una nuova interrogazione, ora Pisapia chiede conto al governo del pestaggio di due detenuti, nei giorni scorsi, nei penitenziari di Alessandria e Pavia. Se in genere i normali agenti di polizia penitenziaria si sono comportati correttamente con gli arrestati di Genova, quei due episodi fanno ipotizzare un'altra azione del reparto speciale.
Compito del Gom è "gestire" i detenuti più difficili e pericolosi, mafiosi, pentiti e carcerati soggetti al regime duro dell'articolo 41 bis. E' un gruppo, appunto, mobile, circa seicento uomini che intervengono nelle carceri quando se ne presenta la necessità. Sono loro a perquisire le celle o a svolgere le altre operazioni che non vengono affidate ai normali agenti di custodia, a volte perché questi ultimi hanno familiarità con i detenuti e potrebbero essere troppo teneri, a volte perché si teme che possano esporsi arappresaglie. Quelli del Gom non temono nessuno: oggi sono qui e domani là. La storia del gruppo è quindi una storia di odiosi soprusi, tra cui il gravissimo episodio del novembre '98 nel carcere milanese di Opera. Gli agenti cercavano, si disse allora, telefonini nascosti nelle celle e la perquisizione si trasformò in uno spettacolo orribile. Un centinaio di detenuti, tra i quali sessantenni e cardiopatici, vennero costretti a spogliarsi e a rimanere per oltre quattro ore in mutande in un cortile gelido. Li obbligarono a fare flessioni, qualcuno venne prese a calci, e intanto i secondini distruggevano le celle e tutto quello che trovavano al loro interno: scarpe, lenzuola, cuscini, fotografie e qualunque altra cosa. Le polemiche si trascinarono per mesi e i governi - ricorda Pisapia - non diedero mai alcuna spiegazione. Anche le prigioni di Secondigliano, Parma e Pavia furono teatro delle gesta del Gom, con tanto di pestaggi a freddo documentati, mentre non è stato mai chiarito il ruolo del gruppo mobile nel massacro del '99 a Sassari, che finì con i detenuti con le ossa rotte e ottanta agenti rinchiusi in carcere.
Dopo Bolzaneto qualche spiegazione dovrebbe arrivare. Per Paolo Cento, vicepresidente verde della commissione giustizia della camera, "l'ombra di quella giornata non lascia dubbi sull'impossibilità di mantenere un corpo con puri compiti repressivi". Sulla falsariga dellee osservazioni di Pisapia, Russo Spena sottolinea che il Gom "è un gruppo trasversale, di cui non sono chiari i compiti e le responsabilità".
Chiede la soppressione del Gom anche Fabrizio Rossetti, segretario del sindacato Cgil della polizia penitenziaria. "Le operazioni del Gom sono difficilmente riconducibili a un centro di responsabilità controllabile - afferma Rossetti - e ciò può aver favorito comportamenti e modalità operative al di fuori delle regole".