La Stampa
«Ci sono state responsabilità politiche»
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Martedì 7 Agosto 2001
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IL VICEPRESIDENTE BASSANINI CHIEDE CHE VENGANO SENTITI FINI E
CASTELLI. AN: ASCOLTARE ANCHE I SINDACATI DELLE FORZE DELLORDINE
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Parte lindagine parlamentare, Fisichella accusa il
governo
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ROMA
PARTE questa mattina lindagine parlamentare sulle violenze scoppiate a Genova
nei giorni del G8 e tra maggioranza e opposizione si sono registrate ieri le prime
avvisaglie di uno scontro su chi ascoltare e sui metodi di lavoro della commissione. Il
diessino Franco Bassanini, che è vicepresidente del comitato parlamentare, ha scaldato il
clima chiedendo laudizione del vicepremier Gianfranco Fini e del ministro della
Giustizia Castelli, perché diano spiegazioni della loro presenza a Genova durante il
vertice. Subito seguito da Rifondazione comunista, che ha chiesto con Graziella Mascia di
sentire anche un terzo esponente del governo, il ministro degli Esteri Ruggiero. Il
presidente del comitato Donato Bruno ha fatto presente che sarà l'ufficio di presidenza a
deliberare nuove audizioni: «Se una testimonianza di chicchessia può dare una riga di
verità, allora dovrà e potrà essere ascoltata. Se invece è soltanto un fatto politico
che non aggiunge e non toglie nulla, allora l'ufficio di presidenza potrà valutare
diversamente». Secondo Bruno, Bassanini ha scavalcato le sedi istituzionali: «In quanto
vicepresidente del Comitato, dovrebbe sapere qual è la sede istituzionale per questa
richiesta».
Una prima risposta alla richiesta di Bassanini è arrivata anche da uno dei diretti
interessati: Fini, in una intervista al «Piccolo» di Trieste, ha spiegato di essersi
recato a Genova per partecipare ad una trasmissione televisiva il venerdì pomeriggio e di
essersi fermato nel capoluogo ligure anche il giorno successivo, ritenendo questo un
«dovere morale», visti gli avvenimenti. Da An è invece venuta la richiesta di ascoltare
i sindacati di Polizia e del Cocer. Saranno sentiti inoltre i vertici dei servizi segreti,
ma tutto dovrebbe svolgersi pubblicamente: questa mattina la commissione discuterà la
proposta di Bruno di trasmettere i lavori tramite il circuito chiuso della Camera.
Alla vigilia dellindagine parlamentare, a sorpresa, si è alzata dentro la
maggioranza unautorevole voce critica verso la gestione del G8: il professore di An
e vicepresidente del Senato Domenico Fisichella ha puntato lindice sulle
responsabilità politiche del governo. «Avverto una sensazione di sofferenza nel vedere
che - ha sottolineato - saltano alcuni funzionari, anche alti, in un contesto nel quale
tutto ciò non può non avvilire le forze dell'ordine, e rimangono al loro posto i
responsabili politici». «Non è possibile che il capo del governo - rincara la dose il
professore - vada a Genova quattro volte, per occuparsi delle fioriere, dei panni stesi e
delle facciate dei palazzi. Ma chi si è occupato dei problemi dell'ordine pubblico?
Perché hanno chiuso troppo tardi le frontiere? Perché, anche sulla base di certe
indicazioni di polizie straniere, non sono stati presi provvedimenti preventivi? Ci sono o
non ci sono responsabilità politiche sotto questo profilo?». Parole accompagnate
chiaramente dallapplauso del centrosinistra.
Continua intanto lo scontro tra il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante, e An.
Ieri la frizione è scoppiata direttamente con Fini, che entrando in una querelle tutta
triestina sullopportunità - criticata da Violante - di riappendere in municipio il
ritratto del podestà di Trieste nel periodo della Repubblica sociale, ha attaccato lex
presidente della Camera. «Violante - ha detto Fini - parla di ombre fasciste su Trieste,
di richiami della foresta, quelli del fascismo appunto, perchè oggi è ridotto a
impersonare il ruolo di propagandista anni Cinquanta. È triste vederlo ridotto così.
Credo che fino a poco tempo fa Violante pensava di essere uno dei naturali successori del
presidente Oscar Luigi Scalfaro. Oggi, invece...». Replica immediata di Violante: «I
toni e le parole utilizzate da Fini confermano che le mie preoccupazioni sul rischio di un
ritorno al passato di An non erano infondate».
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