Corriere della sera 31 luglio 2001
Poliziotti e carabinieri, primi interrogatori

Raccolte tre testimonianze, oggi tocca a 13 funzionari. Il procuratore generale: via chi ha sbagliato

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - È il momento degli interrogatori. Il procuratore aggiunto, Francesco Lalla, ha sentito ieri pomeriggio Massimo N., 28 anni, l’agente del Nucleo sperimentale antisommossa di Roma, che ha dichiarato di essere stato accoltellato durante la perquisizione notturna nella sede del Genoa Social Forum (Gsf). Il poliziotto è stato convocato come testimone. Da oggi toccherà ai suoi superiori: 13 alti funzionari, che dovranno spiegare le contraddizioni contenute in alcuni rapporti sull’operazione. In serata il sostituto Silvio Franz, che indaga per omicidio sulla morte di Carlo Giuliani, ha invece ascoltato il racconto di due carabinieri: sono forse i militari in servizio il 20 luglio sulla camionetta con il ragazzo di leva che ha sparato, ma il comando provinciale dell’Arma non ha dato conferme. Sui dirigenti di polizia che hanno firmato i verbali di fermo dei manifestanti scarcerati si prepara una nuova accusa: falso in atto pubblico. Gli avvocati del Gsf stanno studiando le carte per «denunciare tutte le falsità» che hanno convinto i giudici per le indagini preliminari a non convalidare gli arresti.


DUBBI - La Procura ha sequestrato il giubbotto della divisa dell’agente Massimo N., con un taglio all’altezza del cuore, e il corpetto di plastica che indossava e che, secondo i verbali, gli ha salvato la vita. Il procuratore Lalla ha chiesto al testimone la sua versione. Perché i rapporti su carta intestata della Questura conterrebbero contraddizioni sulla ricostruzione dei fatti e sull’esistenza del coltello. Le relazioni sono firmate dal primo dirigente Vincenzo Canterini, comandante del poliziotto aggredito, e dall’ispettore Maurizio Panzieri, della Scuola allievi agenti di Caserta.


MALUMORI - Il procuratore Francesco Meloni ha interrotto ieri pomeriggio le ferie in Sardegna per incontrare i suoi sostituti. I magistrati hanno stabilito il programma di lavoro. Si comincerà oggi con gli altri interrogatori. I pm sentiranno i 13 funzionari e i 70 agenti che hanno partecipato alla perquisizione della sede del Gsf nella scuola Armando Diaz, conclusa con 61 feriti e 93 fermi, dei quali 68 non convalidati. Tra i funzionari, Arnaldo La Barbera, direttore dell’Ucigos, l’ufficio centrale che si occupa di antiterrorismo, e Franco Gratteri, direttore del Servizio centrale operativo della polizia. Si passerà poi ai dirigenti in servizio nella caserma della polizia di Genova Bolzaneto e nel quartiere generale delle forze dell’ordine, allestito alla Fiera. La Procura si è trovata nella condizione di dover accelerare l’inchiesta dopo le due denunce dei giudici per le indagini preliminari sui pestaggi dei fermati. I pm hanno espresso al procuratore Meloni il loro malumore, perché gli interrogatori stanno cominciando con 8 giorni di ritardo dalle prime notizie di reato sugli abusi. Le due indagini fin qui aperte, sulla perquisizione nella scuola Diaz e sulla caserma di Bolzaneto, figuravano ancora tra i «fascicoli virtuali», cioè tra i procedimenti avviati in teoria, ma non ancora formalizzati.


CONTROINCHIESTA - Gli avvocati dei manifestanti feriti stanno per chiedere un «incidente probatorio»: una ricostruzione della perquisizione nella scuola Diaz con tutti i 93 fermati. Saranno incaricati biologi e medici legali, per identificare a chi apparteneva il sangue che ha macchiato i muri e dimostrare così che non si trattava di «ferite pregresse». Come sosteneva la polizia. Ieri due presunti Black Bloc sono stati scarcerati. Erano un giornalista americano e la sua fidanzata israeliana, arrestati alla stazione Brignole con qualche maglietta nera e un filmato dei cortei nella borsa. Commenta un giudice: «Un altro clamoroso errore».
Fabrizio Gatti