Manifesto 7 agosto 2001

"Privati dei diritti civili"
G8 Anche il conservatore Wall Street Journal lancia pesanti accuse all'Italia per i fatti di Genova

Una ricostruzione in prima pagina, frutto del lavoro di ben cinque giornalisti. Accuse pesantissime alla polizia italiana, critiche al governo Berlusconi. E' quanto si è potuto leggere ieri mattina sul Wall Street Journal, la voce dell'alta finanza americana che per l'occasione ha inviato i suoi cronisti a fare i conti in tasca alle forze dell'ordine impegnate a Genova nei giorni del G8. E' un'inchiesta che potrebbe stupire: il giornale è conservatore, assai vicino all'amministrazione Bush e prettamente economico, è come se il Sole 24 ore avesse fatto un'indagine sugli incidenti di Goteborg. Perché questa iniziativa? Forse un segnale dei tempi: se gli americani rilevano che una catena del sistema non funziona - l'anello Italia di Berlusconi, in questo caso - vanno giù pesanti, a mo' di monito.
Il Wall Street Journal centra il suo lungo e documentato articolo di prima pagina sul blitz delle forze dell'ordine nelle scuole Diaz e Pertini, quartier generale durante il G8 del Genoa Social Forum. Partendo dalla testimonianza di Miriam Heigl, una studentessa di scienze politiche di Monaco, il prestigioso quotidiano economico racconta le violenze e le umiliazioni riferite da numerosi giovani che si trovavano nella scuola al momento dell'irruzione. Il raid, titola il giornale, "si è trasformato in crisi politica in Italia".
"Detenuti rinchiusi in celle diverse e che non si conoscono hanno dipinto lo stesso quadro dei giorni passati in carcere". "Ai reclusi veniva chiesto di firmare documenti in italiano che non potevano capire", mentre "sono stati negati contatti e telefonate con gli avvocati".
Critiche anche al supposto lavoro di intelligence delle forze dell'ordine. "Il materiale sequestrato durante il raid fa pensare che la polizia abbia sbagliato obiettivo", scrive ancora il giornale, mentre i rapporti ufficiali dicono che la scuola era usata per i piani strategici e per la costruzione di materiali offensivi. In realtà, "le prove più importanti" trovate sono state "due bottiglie di vino piene di liquido infiammabile, oltre a martelli e chiodi presi dal cantiere" adiacente la scuola.
Il quotidiano ha intervistato anche il primario del pronto soccorso dell'ospedale San Martino di Genova, Roberto Papparo, che ha smentito che i giovani trasportati in ospedale dopo il blitz avessere ferite vecchie, risalenti agli scontri del pomeriggio, come sostenuto dalla polizia: "Non c'è dubbio che le ferite fossero nuove", ha spiegato il medico, "abbiamo dovuto intervenire nella maggior parte dei casi sul posto per ricurcirle". Secondo Papparo, se quei ragazzi "non fossero stati portati in ospedale, non c'è dubbio che alcuni di loro sarebbero morti".