Corriere della sera 24 luglio 2001
La procura indaga sul blitz della polizia
Sentito il capo della
Digos di Genova. Scarcerati centoventi contestatori. Sospeso dallinchiesta il pm
Pinto
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Adesso anche i magistrati vogliono capire. E indagheranno su quello che è
successo durante la perquisizione effettuata dalla polizia nella scuola Armando Diaz, ledificio
che per una settimana era stato il dormitorio degli attivisti del Genoa Social Forum. Non
una nuova inchiesta - almeno per ora - basata sulle accuse del Gsf, secondo cui ci sarebbe
stato un pestaggio violentissimo da parte delle forze dellordine. Ma soltanto una
«estensione» (così lha definita il procuratore capo di Genova Francesco Meloni)
dellattuale indagine, per ricostruire in modo preciso quanto accaduto tra la
mezzanotte e le 2.35 della notte tra sabato e domenica, quando gli agenti e gli ospiti del
dormitorio sono rimasti soli. Sullargomento ieri è stato sentito il capo della
Digos genovese, Spartaco Mortola.
«Vogliamo delineare i fatti in modo chiaro. Non sono state prese misure nei confronti dei
poliziotti - dice Meloni - . Ma è in corso unindagine della pm Anna Canepa, che per
questo ha messo sotto sequestro gli edifici della scuola. Se cè un reato, potrebbe
essere quello di abuso dufficio». Dunque, il fascicolo aperto dalla Procura
riguarda sempre la posizione delle 93 persone arrestate durante la perquisizione. Ieri i
pm hanno confermato il provvedimento di arresto per i 93 fermati, ma hanno disposto la
scarcerazione dei quindici italiani. Restano in cella (o in ospedale) i 78 stranieri. La
maggior parte di essi - dice Meloni - risulta «segnalata» nei rispettivi Paesi di
provenienza. E cè sempre il rischio della fuga. «Se escono, non li rivediamo
più», dice Meloni.
E invece i pm Canepa e Cancian avranno bisogno di rivederli, e di ascoltarli. Per capire
se le testimonianze che raccontano di pestaggi a persone inermi sono fondate. Oltre allassociazione
a delinquere, tra le accuse rivolte agli arrestati, cè quella di resistenza a
pubblico ufficiale. Ed è la prima conferma che «qualcosa» allinterno della scuola
è realmente accaduto. Dice Meloni: «Tutti gli occupanti della scuola hanno commesso
reato di resistenza. Ci sono i verbali di polizia che fanno fede, fino a querela di
falso». Durante la perquisizione sarebbero stati feriti - in modo non grave - anche 23
poliziotti. Così risulta dai referti medici presentati dalla questura di Genova, anche se
molti testimoni affermano di non aver visto uscire nessun agente contuso o ferito.
Il primo bilancio dei provvedimenti presi per gli incidenti avvenuti durante il G8 viene
definito «amaro» da molti esponenti delle forze dellordine. Su 288 persone
arrestate, 120 sono state rilasciate dopo il primo interrogatorio con il Gip. Di queste,
70 sono state rimesse in libertà per la «non sussistenza» di gravi indizi di
colpevolezza. Per gli altri il giudice non ha ravvisato lesigenza della detenzione.
È furibondo Oronzo Cosi, leader del Siulp, il maggior sindacato di polizia: «È evidente
a tutti che i 19 mila addetti delle forze dellordine presenti a Genova hanno dato il
meglio, in condizioni proibitive. E questa è la riconoscenza».
Dalla Procura di Genova, filtra quello che viene diplomaticamente definito «forte
imbarazzo» nei confronti del comportamento tenuto dalle forze dellordine verso la
magistratura nei giorni del G8. Imbarazzo che coinvolge anche la perquisizione alla scuola
Diaz. La notizia di reato sarebbe arrivata sul tavolo dei pm genovesi soltanto alle 18.30
di domenica, quasi 17 ore dopo gli arresti. Un «ritardo» che avrebbe ridotto di molto la
possibilità di avere un quadro chiaro della situazione, e che ha costretto i pm a una
maratona per la convalida dei fermi (che devessere effettuata entro 48 ore dal
provvedimento). Per quasi tutta la domenica, dalla questura di Genova non è stato
trasmesso alcun atto. Anche per questo ieri i pm si sono limitati a interrogare in
ospedale un paio di persone (non sono obbligati a sentire tutti gli arrestati). Secondo i
legali del Gsf anche questo black out sarebbe alla base dellangoscia di quattrocento
famiglie, che da giorni non hanno più notizie dei loro figli arrivati a Genova per
manifestare contro il G8. Forse sono nella lista delle persone finite in manette, ma
quella lista, accusa il Gsf, sembra sia impossibile averla.
Lultima polemica è interna alla magistratura. Ieri, a causa di unintervista
rilasciata a Repubblica , il pm genovese Francesco Pinto è stato inibito, dal
procuratore Meloni, di partecipare agli atti dellinchiesta. Provvedimento che
Magistratura democratica ha definito «anomalo e allarmante».
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Marco
Imarisio |
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