Mnaifesto 7 agosto 2001 Prossima
stazione: Napoli
I No global partenopei si preparano a
contestare il vertice Nato del 26 e 27 settembre
A. MAS.
L'appuntamento è a Napoli, il 26 e 27 settembre prossimi. E' a palazzo
Reale che si svolgerà, infatti, quello che ufficialmente viene definito un "meeting
informale" dei ministri della difesa dei paesi Nato, sotto la supervisione e il
coordinamento del segretario generale, lord Robertson. Ed è attorno a palazzo Reale che
è annunciato l'assedio dei contestatori, che si stanno già mobilitando per questa
scadenza.
Sul tavolo delle trattative di quello che sarà qualcosa in più di un "meeting
informale", innanzitutto la questione dello scudo stellare, che gli Stati uniti
intendono estendere a tutti i paesi alleati e a cui il governo italiano ha già offerto
una sponda, in barba al trattato Abm del '72. Ma probabilmente si discuterà anche del
"nuovo" ruolo dell'Alleanza atlantica, inaugurato con l'intervento militare in
Kosovo e fissato nei nuovi principi entrati in vigore il 24 aprile del '99. Tutti temi nel
mirino della contestazione, e che rendono prevedibile una mobilitazione finanche più
ampia di quella contro il Global Forum del 17 marzo scorso, quando nel corteo finale
scesero in piazza 30 mila persone. E' dello stesso avviso Francesco Caruso, portavoce
della Rete No global, nata proprio attorno alle manifestazioni anti-Global Forum.
"Non saremo certo solo i 30 mila del 17 marzo", dice. Poi assicura che questa
volta "non ci faremo trovare impreparati come in piazza Municipio il 17 marzo,
allorquando le forze dell'ordine organizzarono un pestaggio di massa nei confronti di
migliaia di persone. Potranno aprire il fuoco come hanno fatto a Genova, ma questo non
basterà per fermare la nostra determinazione". Parole che, in un lancio dell'Adnkronos
diventano: "Non saremo disarmati. I fatti di Genova e il Global forum di marzo a
Napoli ci hanno insegnato qualcosa. Questa volta dovranno spararci addosso per impedirci
di accedere alle varie aree della città". Ma a smentirle sono gli stessi No global
partenopei, che accusano chi vuole invelenire il clima e alzare il livello dello scontro.
La parola d'ordine è comunque quella, radicale, di far saltare la manifestazione
("L'unico appello è che il vertice non si faccia"), anche perché "se il
vertice della Fao, per quanto discutibile, ha il merito di parlare della fame nel mondo, a
Napoli a settembre si discuterà di foraggiare l'industria della morte". E, "se
il vertice (della Nato, ndr) sarà cancellato alla fine sarà un bene per tutti
tranne che, naturalmente, per l'industria bellica". Per questo il prossimo 20 agosto,
a un mese dalla morte di Carlo Giuliani e in contemporanea con analoghe manifestazioni che
si svolgeranno in tutta Europa (con l'unica eccezione di Bologna, dove il Social forum
ha annunciato che non organizzerà nulla, "visto il periodo vacanziero"), la Rete
No global terrà un sit-in proprio davanti al quartier generale Nato di Bagnoli. E ne
discuterà nel corso del campeggio estivo organizzato dal 17 al 26 agosto a Sant'Angelo a
Scala, in provincia di Avellino. E' qui che potrebbero essere decise le modalità di
protesta.
Contro l'appuntamento di fine settembre anche Verdi e Prc. Giovanni Russo Spena, deputato
partenopeo del Prc, afferma che "è incredibile che si parli di spostare il vertice
Fao e non quello della Nato, che sarà contestato dal movimento". "La riunione
Nato a Napoli, che discute di un punto strategico della politica estera italiana come lo
scudo spaziale, senza che nemmeno il parlamento ne sia stato investito, viene da noi
considerata una provocazione. E' bene che il ministro Ruggiero impari a rispettare il
movimento e accettare il confronto", aggiunge il parlamentare. Ma c'è di più. Pare
che proprio in occasione del summit sarà inaugurato il teatro San Carlo di Napoli, quella
che Russo Spena definisce "una vera e propria offesa alla città". A chiedere il
rinvio del vertice è anche il capogruppo dei deputati verdi Alfonso Pecoraro Scanio.
A parere di tutti, il vero problema sarebbe dunque l'incontro della Nato più che quello
della Fao, agenzia delle Nazioni unite di cui nessuno disconosce la legittimità ma semmai
intende contestarne le scelte di merito.
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