Corriere della sera 30 luglio
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Berlusconi:
pronto a punire gli eccessi
Commissione parlamentare,
Poli più vicini allintesa. Fini insiste: ritirate la sfiducia
- ROMA - Nel giorno in cui al Viminale arrivano i risultati dellinchiesta interna
sui fatti di Genova, approda in Parlamento la lunga trattativa, proseguita a fasi alterne
durante il weekend, per istituire la commissione di indagine. Ieri sono scesi in campo con
un appello forte i due presidenti di Camera e Senato. Da giovedì scorso hanno tessuto la
tela della trattativa tra maggioranza e opposizione, con lincoraggiamento del
Quirinale (è di ieri mattina lultima telefonata di Ciampi), per evitare la mozione
di sfiducia al ministro dellInterno Claudio Scajola e far partire lindagine
parlamentare su Genova. La priorità non è più soltanto la ricerca di un accordo che
svelenisca il clima in Parlamento, ma anche la necessità di trasparenza e chiarezza sulle
responsabilità di quanto è successo nei tre giorni del G8. Almeno questo dice
Pierferdinando Casini quando afferma che «l'accertamento della verità non riguarda solo
l'opposizione, ma è un'esigenza di tutto il Parlamento». Più cauto ma ugualmente
determinato il presidente del Senato Marcello Pera che auspica che si «trovi una
soluzione» ricordando che la commissione di inchiesta non è di per sé un elemento di
divisione ed è «affidato alla responsabilità delle forze politiche il non renderla
tale».
Anche Silvio Berlusconi, pur ricordando di essere «dalla parte di chi ha difeso lo Stato,
la legge e i cittadini e non dalla parte dei violenti», è deciso quando ripete: «Se ci
sono stati eccessi di singoli saranno individuati» e, si intende, puniti. A «Il Secolo
XIX» sottolinea che «le disposizioni date dal governo alle forze dell'ordine erano di
consentire il regolare svolgimento dei lavori del summit e delle manifestazioni di
protesta pacifiche. Ma anche di resistere ai violenti, ai facinorosi e a chi praticava la
guerriglia. Se qualcuno è andato al di là del proprio compito ne risponderà come è
logico che sia». E definisce «molto nobili» le parole di Giuliano Giuliani, padre del
ragazzo ucciso.
Ma per ora nessun cambio ai vertici della polizia. Almeno questo dice Marcello Pera quando
spiega che non gli sembra «opportuno che un governo cambi di per sé i vertici delle
forze di polizia e questo governo non solo non lha fatto ma non ha neanche
intenzione di farlo». No dunque a chi pensa di «scaricare tutte le responsabilità sulle
forze dellordine».
Laccordo per lindagine ancora non cè. La commissione Affari
costituzionali del Senato potrebbe cominciare a discuterne oggi, anche se è probabile che
serva ancora qualche giorno per sciogliere tutti i nodi che riguardano lindagine:
quale è il campo di inchiesta e soprattutto che fine farà la mozione di sfiducia:
ritirata o sospesa?
Ieri è stata una giornata di febbrili passi avanti. Comincia il presidente del Ccd Marco
Follini, che insiste per fare chiarezza. Lopposizione sembra abbastanza compatta
quando chiede di sospendere o rinviare la mozione in attesa dellindagine. Anche i Ds
hanno ammorbidito le loro posizioni: «La priorità adesso - ha spiegato Luciano Violante,
capogruppo dei Ds alla Camera - è lindagine conoscitiva. Noi possiamo soprassedere
o sospendere lesame della mozione di sfiducia a Scajola fino allesito dellindagine».
Solo Rifondazione resta su una posizione intransigente. Ma le ultime resistenze ieri erano
nella maggioranza. An ancora ieri mattina frenava qualsiasi ipotesi di intesa. Poi
Gianfranco Fini ha posto le sue condizioni allopposizione: «Prima si voti la
mozione di sfiducia. Dopo che sarà respinta si può fare unindagine su tutto». Un
modo per dire che prima si toglie di mezzo qualsiasi questione politica contro il governo
poi si può discutere. Una marcia indietro ma anche un modo per rilanciare la
responsabilità allopposizione: se vogliono davvero la commissione subito ritirino
le firme alla mozione di sfiducia.
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Gianna
Fregonara |
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