Corriere della sera 24 luglio 2001
IL
GENOA SOCIAL FORUM
Agnoletto: quereliamo
Berlusconi, ha diffamato tutto il movimento
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - «Il presidente della Repubblica si faccia garante dellaccertamento della
verità». Letterina di poche righe, per un obiettivo ambizioso: coinvolgere Carlo Azeglio
Ciampi, e magari incontrarlo, nella battaglia per il rispetto dei diritti costituzionali e
dei diritti del cittadino. Parole grosse, iniziative clamorose, contrattacco a tutto
campo. «Noi siamo le vittime delle violenze e dei soprusi compiuti nelle giornate anti
G8, ma il tentativo è di mistificare la realtà, facendoci passare dalla parte del
torto». È questo, ridotto allosso, il ragionamento di Vittorio Agnoletto, leader
del Genoa Social Forum. Il suo quartier generale si è spostato dalla scuola Diaz (posta
ieri sotto sequestro) alla sede del Wwf, in un vicolo attiguo a piazza De Ferrari. Ed è
qui che Agnoletto ha annunciato la «fase 2» dellazione. Ribadite le accuse contro
il comportamento della polizia e la richiesta di una Commissione parlamentare dinchiesta,
il medico milanese cerca la tutela di Ciampi e punta a Berlusconi. «Lo denunceremo per
diffamazione per quanto ha dichiarato a proposito delle presunte complicità del nostro
movimento con i teppisti del Black Bloc». «Potremmo denunciarlo anche per capi daccusa
più gravi se venisse confermato che fra le Tute nere, che ha chiamato delinquenti e
assassini, cerano infiltrati della polizia e dei servizi segreti, che dipendono dal
Governo e dal premier».
Agnoletto è teso e impaurito, ma cerca di non darlo a vedere. «Ogni notte cambio posto
per dormire - confida -. Ho subito due tentate aggressioni da quelli del blocco nero. Non
cè da stare tranquilli». La prima risale a sabato, al termine del corteo, a
Sturla: lauto su cui viaggiava, a passo duomo, è stata presa a calci. La
stessa sera, ancora in macchina, vicino alla scuola Diaz, è stato inseguito da persone
armate di mazze e sbarre. «Via, via...», una sgommata, la breve fuga.
Piccoli episodi che la dicono lunga sul clima delle giornate genovesi. E non è finita. La
«gestione» dei feriti ricoverati negli ospedali in stato di fermo pare sconcertante.
«Siamo ai limiti dellabuso - dice Marco Vano, avvocato del Gsf -. Io ed altri
colleghi cerchiamo di fornire assistenza giudiziaria ma non abbiamo le liste dei feriti e
dei fermati. Riceviamo valanghe di telefonate da tutta Europa di parenti che chiedono
notizie di giovani "dispersi", e non sappiamo cosa rispondere».
Ma torniamo alle «mosse» del Gsf. Oltre allazione giudiziaria annunciata, in primo
piano cè ancora la contestazione di piazza prevista per oggi a Genova e in altre
città dItalia. «Protesta assolutamente pacifica», ripete Agnoletto. Qualcuno
ribatte: «Lo avevate detto anche alla vigilia dei cortei anti G8. Ed è finita in
tragedia...». Per un attimo riesplode la polemica sullutilità dell«autodifesa».
Ma sono tutti contro il servizio dordine, tranne Piero Bernocchi, esponente dei
Cobas.
Comunque sia, oggi, dopo aver partecipato, tra il pubblico, alla seduta del Consiglio
Comunale, si protesterà con un sit-in in piazza De Ferrari. Nel salotto restaurato per la
Genova del G8. Il sindaco Pericu mastica amaro, pensando ai muri immacolati, alla fontana,
alle fioriere.
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Marisa
Fumagalli |
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