di Jacopo Iacoboni
Hanno visto cose difficili da immaginare. Adesso, hanno loccasione di raccontarle
nel «libro bianco» lanciato ieri dal Genoa Social Forum. Cè come una
fibrillazione che percorre il popolo dei no global, se questo è ancora un popolo e non,
semplicemente, cittadini che «crediamo ancora in uno stato di diritto». Invadono i loro
siti con forum infiniti.
Mandano messaggi. Inviano foto, video da far impallidire quello del Tg1 e testimonianze
dirette. In una (antica) parola: si ribellano. Il Genoa social forum, magari senza
originalità onomastica, prova a chiuderli in un «libro bianco» e lo presenta, con
titolo che sa di saggio accademico tedesco, come «primi materiali per ricostruire e
documentare cosa è successo nelle giornate delle manifestazione». Secondo loro: laddio
alle leggi e ai diritti umani.
Ne volete qualche esempio? Fate un giro sui siti antiG8 oppure chiacchierate con
qualcuno che sè impegnato nel movimento: ci vuole poco a capire che il libro bianco
sta già diventando nero. Alle 15,40 Ettore invia a indymedia.org - il network informativo
della protesta - la foto di un manifestante steso a terra, le braccia alzate e
supplichevoli: davanti, la minaccia di una pistola che un agente gli punta addosso a due
metri di distanza.
Luca Casarini, portavoce delle tute bianche, segnala su sherwood.it quindici foto:
dimostrerebbero che la jeep dei carabinieri da cui è stato ucciso Giuliani «non era
affatto isolata» e lestintore sarebbe stato lanciato, per primo, da un carabiniere.
Alle 16.06 i 99 Posse - gruppo hip hop napoletano simbolo della «rabbia contro lapparato»
- mettono in rete un racconto del loro «ritorno da Genova» il cui senso sta nella
seguente frase: «Non finisce qui. Non finisce certo qui». Già, è tutto il popolo del
Genoa social forum a volere che non finisca con le proteste che restano vane, il senso dimpotenza,
la difficoltà nel sapere che fine ha fatto un amico.
Francesco Diasio, tra i fondatori di Indymedia, la chiama «operazione-verità». Per
Vittorio Agnoletto, leader del Gsf, è «un atto di giustizia dovuto» e una serie di
numeri a cui indirizzarlo (da quello del Gsf, 010-2468099, a quello degli avvocati del
pool sociale, 010-267312, fino ai medici per rintracciare chi è ancora in ospedale,
338-9658746). Poi cè lo «sportello» romano. Raccoglie eventuali denunce, apre
domani dalle 18 alle 20 e non poteva che stare lì, in via dei Sabelli 88 a San Lorenzo,
perché anche la protesta ha bisogno di luoghi e odori che le sono cari.
(29 luglio 2001) |