Corriere della sera 28 luglio 2001
L’INTERVISTA / Il consigliere d’amministrazione della tv di Stato: la terza rete ha censurato Friedman che metteva alle strette Casarini sulla violenza

Contri: sul G8 questa Rai faziosa ha emarginato chi vota centrodestra, Mediaset vincerà

«Già Eco diceva che non si può cercare la verità con una telecamera. Strana la coincidenza tra le immagini brutali del Tg1 e i paragoni sudamericani del presidente ds»

ROMA - «In Rai succedono cose veramente strane. Vuole sapere l’ultima? Hanno censurato Alan Friedman». Il consigliere d’amministrazione di viale Mazzini, Alberto Contri, considerato vicino al centrodestra, passa all’attacco della gestione Zaccaria anche sui temi dell’informazione sul G8. «Per conto di Rainews 24 e nell’ambito del suo programma Pianeta economia , Friedman ha intervistato il leader dei no global Casarini. Il giornalista americano lo ha messo alle strette sul tema della violenza. Ebbene, la trasmissione è andata in onda sul satellite venerdì sera, ma se in genere viene replicata il sabato mattina in chiaro su Raitre, questa volta si è fatta un’eccezione. E invece di Friedman è stato trasmesso un programma sul parmigiano reggiano». Lei accusa la Rai di fare informazione a senso unico?
«Le ho riferito quell’episodio per darle il senso della confusione che c’è in azienda. Il discorso che faccio è più ampio: siamo in un momento delicato della vita del Paese e il servizio pubblico deve agire con responsabilità. L’impressione che ho avuto invece è che la rappresentazione data dalla Rai sia da opposti estremismi, da una parte la polizia e dall’altra le Tute nere».
Lei si riferisce al programma di Freccero poi saltato o anche alle immagini trasmesse dal Tg1 di giovedì sera?
«Sul programma di Freccero ho parlato chiaramente in Consiglio. Il Tg1 , invece, non l’ho visto. Posso però osservare, come ha fatto l’ Avvenire , la strana coincidenza tra le immagini brutali trasmesse e le dichiarazioni "cilene" di D’Alema rese poche ore prima. Polemiche a parte, sostengo che non si può cercare la verità tramite la telecamera. È stato Umberto Eco a sostenere che non c’è niente di meno obiettivo di un obiettivo. E comunque le cose strane avvenute in Rai negli ultimi giorni sono tante. Il Tg3 che dà dieci minuti di tribuna ad Agnoletto e chiama il solo Antonio Padellaro dell’ Unità in studio a commentare le immagini di Genova».
Come interpreta tutto ciò?
«La verità è che in Rai e nell’ex maggioranza c’è chi si ritiene scippato dal risultato del 13 maggio e ricorre a ogni espediente. Presenta le forze dell’ordine come degli estremisti e il povero Carlo Giuliani come un ragazzo mite. Ma non si sono accorti che portava al braccio un rotolo di scotch che serve per costruire bottiglie molotov? La Rai non può andare avanti così, anche perché in questo modo perde il contatto con quella parte del Paese che ha votato centrodestra».
Gli uomini di An sostengono che la Rai non reggerà la concorrenza in autunno.
«L’ho detto da tempo: la Rai da leader rischia di diventare un inseguitore. Le tre reti insieme nel ’97-98 avevano 7 punti di vantaggio su Mediaset, oggi il margine si è dimezzato. Raiuno ormai nel prime time è stabilmente seconda dietro Canale 5 e sta dando segni di cedimento anche sul day time . Mediaset, infatti, è molto più accorta. Loro sanno che il Polo ha avuto solo 600 mila voti in più del centrosinistra e stanno attenti a non perdere il contatto con l’altra Italia, quella ulivista. C’è quasi un obbligo commerciale a non essere faziosi. Perché in Rai non lo capiscono?»
Le entrate pubblicitarie sono in netto calo. Cosa succederà ai conti della Rai?
«Avevo dichiarato che avremmo avuto 250 miliardi di minori entrate da inserzioni e purtroppo sono stato buon profeta. Ora si tratta di tagliare dovunque si possa farlo e in questo Cappon è maestro. Ma se continua il comportamento fazioso come si fa ad andare a chieder soldi al governo? Il ministro Gasparri è irritato e il resto dell’esecutivo anche. Ma la Rai ha bisogno di avere interlocutori sereni».
Dario Di Vico