La Stampa
Venerdì 27 Luglio 2001
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DAlema: una rappresaglia di tipo
cileno
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Il ministro Ruggiero: se vincono gli
anti-global, si chiudono le frontiere
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Emanuele Novazio
ROMA «Non abbiamo cambiato il mondo, ma abbiamo compiuto dei passi nella giusta
direzione creando nuovi legami con i paesi dellAfrica e istituendo un fondo per
promuovere la salute e la vita». Renato Ruggiero riassume così, alla Camera, i risultati
politici del G8 di Genova del quale - nota «con grande dolore» il ministro degli Esteri
- i mezzi di informazione «hanno voluto sottolineare quasi esclusivamente i momenti di
scontro e di violenza, non quelli di progresso e di speranza». Lintervento del
ministro ha dato lavvio a un dibattito segnato dalle durissime accuse di Massimo DAlema
al governo: il presidente Ds ha denunciato «rappresaglie di tipo cileno» e di violenze
«di segno politico fascista» che hanno rivelato quasi lintenzione di «consumare
una vendetta politica lungamente attesa», sollevando un caso politico e alimentando molte
repliche, in aula e nei corridoi di Montecitorio.
«La sinistra sta veramente perdendo la testa», è stato il commento del vice presidente
del Consiglio Fini. Anche Ruggiero, parlando con i giornalisti, ha replicato a DAlema:
«E stato cortese con me, ma avrei auspicato che il dibattito sui contenuti fosse
molto più lungo». E il riferimento alla violenza di tipo fascista? «Fa parte del
linguaggio politico», minimizza Ruggiero, che contesta tuttavia lipotesi di un
ministro degli Esteri tecnico, separato dal governo: «Non sono un politico e non
appartengo a nessun partito, ma nel momento in cui ho accettato di far parte di questo
governo mi sento parte di questo governo. Sarebbe un atto di profonda slealtà accettare
una responsabilità e fare poi dei distinguo».
Nel suo intervento in aula, il capo della diplomazia italiana ha difeso i risultati di un
vertice che continua a essere utile, anche se andrà ripensato. «LItalia ritiene
assolutamente necessario un raccordo con i paesi in via di sviluppo»: ma se vincessero i
movimenti antiglobalizzazione, avverte il ministro, «ritorneremmo a rialzare le frontiere
e a rinazionalizzare i problemi: la povertà tornerebbe a essere un problema degli
altri». Un merito soprattutto va ascritto al nostro paese, secondo Ruggiero: quello di
avere fatto emergere con forza «il problema della povertà e dellesclusione e la
possibilità di un reale partenariato Nord-Sud»: la priorità data alla creazione di un
Fondo globale per combattere lAids, la tubercolosi e la malaria ha caratterizzato
come «vertice per la vita» un G8 in cui «particolarmente dolorosa e in contrasto con il
nostro sentire e le nostre aspirazioni è risultata invece lirruzione della
tragedia». Lo sforzo della presidenza italiana è stato quello di «estendere i confini
concettuali del G8» con lobiettivo di «informare, sensibilizzare, allargare la
sfera del consenso intorno al vertice e lanciare impegni operativi». E lItalia,
rivendica il capo della nostra diplomazia, ha dato sostanza a questo obiettivo realizzando
una serie di «eventi concreti» nel contesto della riunione genovese: invitando
personalità politiche e rappresentanti di istituzioni internazionali esterne al gruppo
degli 8.
Uno degli esiti più significativi del vertice, secondo il ministro, è stata proprio la
decisione di creare un gruppo di lavoro per realizzare la partnership con lAfrica. I
risultati del G8 di Genova vanno letti in questa chiave: a cominciare dal lancio del Fondo
contro lAids, che può contare su un miliardo e 300 milioni di dollari messi a
disposizione dagli 8 paesi e su altri 500 milioni donati da privati. «In pochi mesi
abbiamo convinto i nostri partner a dar vita al Fondo non senza incontrare resistenze o
difficoltà», ha rivelato Ruggiero.
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