Manifesto 27 luglio 2001
La destra respinge l'indagine
L'Ulivo mostra un documento segreto della
Questura di Genova e insiste per l'inchiesta parlamentare. Ruggiero: "Gli scomparsi?
Staranno al mare"
ANDREA COLOMBO
Che bisogno c'è di indagini o inchieste parlamentari? Che fa se mezza
Europa s'indigna e chiede di far luce sulla mattanza di Genova? Gli uomini del
centrodestra hanno già le risposte pronte. Gli scomparsi? "Sono ragazzi.
Probabilmente sono andati al mare", taglia corto il ministro degli Esteri Ruggiero.
L'assalto notturno alla sede del Gsf? "Nella perquisizione notturna c'è stata una
battaglia, e come sempre c'è stato chi le ha date e chi le ha prese", risolve la
faccenda il presidente della commissione esteri Gustavo Selva, di An. L'inchiesta
parlamentare? "La proporremo noi quella seria: sulle cause della violenza, su chi
aiuta e finanzia i violenti fingendo poi di condannarli", se la ride il capogruppo di
An La Russa.
Questa è la destra italiana. Queste sono le voci di un governo e di una maggioranza che,
dopo le giornate di Genova, sono riuscite nel compito apparentemente impossibile di
peggiorare ulteriormente la situazione con i loro commenti. Questa è quella Casa delle
libertà che ieri, come previsto, ha respinto nella commissione Affari costituzionali
della camera la richiesta di avviare una indagine sui fatti di Genova. La commissione del
senato procederà nello stesso senso nei prossimi giorni.
Gli esponenti della maggioranza in commissione hanno accampato la mozione di sfiducia
contro il ministro Scajola a giustificazione del loro rifiuto. "Se quella mozione
fosse stata ritirata - hanno detto - l'indagine si sarebbe potuta fare". Il leghista
Fontanini ha aggiunto che non si può neppure escludere che, dopo il voto su Scajola, la
maggioranza torni sulla sua decisione. Peccato, ha segnalato immediatamente il verde Marco
Boato, che subito dopo quel voto le camere chiuderanno, per la pausa estiva.
Il centrosinistra è tornato alla carica, stavolta con un progetto di legge per istituire
una commissione monocamerale d'inchiesta, presentato ieri sera. A differenza
dell'indagine, che si sarebbe dovuta svolgere in tempi rapidissimi, entro una settimana,
l'inchiesta proseguirebbe per un mese, dal 29 luglio alla fine di agosto. Poi la
commissione avrebbe due settimane di tempo per presentare le sue conclusioni, intorno al
15 settembre.
L'Ulivo ha deciso di insistere anche in seguito al reperimento di un documento riservato
della Questura di Genova. Poco dopo il no della destra, il capogruppo ds al senato Angius
aveva mostrato in aula il documento, etichettato come "top secret", del quale il
ministro Scajola non aveva fatto parola nella sua relazione. Si tratta di una informativa
che parla esplicitamente della presenza a Genova di alcuni gruppi di estremisti di destra
decisi a colpire, in caso di scontri, le forze dell'ordine, proprio per screditare i
dimostranti no-global. Va segnalato anche il fatto che il gruppo ds è in possesso solo
della metà circa del documento riservatissimo.
"Che il ministro non abbia informato il parlamento di questo documento è gravissimo.
E anche il capo della polizia De Gennaro dovrà dare delle spiegazioni", aveva
commentato Angius, chiedendo che il ministro rispondesse immediatamente a una
interrogazione in merito, senza aspettare il 3 agosto, quando il senato discuterà la
mozione di sfiducia. La richiesta, come ormai d'abitudine, è stata bocciata dal
presidente del senato Pera. Ma il reperimento dell'informativa segreta ha rafforzato di
molto la richiesta dei deputati ulivisti di istituire una vera e propria commissione
d'inchiesta, così come lo scandalo internazionale che si è ormai alzato intorno alla
brutalità della polizia italiana nei giorni del G8.
A decidere sulla nuova proposta non sarà la maggioranza, ma il solo presidente della
camera Casini. Ufficialmente, la sua decisione non interferirà con la mozione di sfiducia
contro Scajola, che alla camera (molto più mediaticamente esposta del senato) deve ancora
essere calendarizzata. L'Ulivo e in particolare i diessini hanno però fatto capire che,
qualora Casini istituisse la commissione d'inchiesta, ritirerebbero molto probabilmente la
sfiducia.
Per l'immagine del governo, l'inchiesta parlamentare sarebbe probabilmente ancor più
dannosa della mozione di sfiducia. Il centrodestra avrebbe naturalmente la maggioranza
anche in commissione, dunque non ci sono dubbi su quali sarebbero le conclusioni
dell'inchiesta. Tuttavia la sfilata dei testimoni e i riflettori internazionali
inchioderebbero di nuovo il governo e le forze di polizia alle loro responsabilità. Ma la
commissione concluderebe i suoi lavori al termine dell'estate, mentre la mozione di
sfiducia e il relativo di dibattito, pur essendo un po' meno incisiva dell'inchiesta,
arriverebbe subito, a ridosso dei fatti. Inoltre, lo scambio tra commissione e ritiro
della mozione sembrerebbe una ripetizione di quel voto bi-partisan sul G8 del quale
l'Ulivo non può certo andare orgoglioso.
Ma questi sono ragionamenti virtuali. Il ministro Scajola non ha alcuna intenzione di
accettare l'inchiesta. Le pressioni della destra su Casini perché respinga la richiesta,
con o senza mozione di sfiducia, sono fortissime. Ci sono pochi dubbi su cosa scglierà di
fare un presidente della camera miracolato da Silvio Berlusconi.
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