La ribellione
TRIESTE Ostracismo al Gsf? E' da fascisti
"Quella del nuovo Msi è una politica volta a creare a Trieste un
clima di paura e intimidazione". Lo chiama proprio Msi, Ettore Rosato, consigliere
provinciale dei popolari, quel partito che l'altro ieri ha depositato in comune una
mozione per chiedere di vietare al Trieste Social Forum manifestazioni e sospendere le
convenzioni con le associazioni (in particolare quelle impegnate nell'assistenza e nei
servizi educativi) che hanno aderito alla pacifica protesta di martedì scorso. Rosato e
l'Ulivo chiedono al sindaco Dipiazza, che prende tempo minimizzando, che la richiesta o
venga ritirata o discussa e votata immediatamente. E De Carli, capogruppo comunale della
Lista Illy, minaccia nuove mobilitazioni ricordando che "si sente in città una forte
insicurezza democratica, anche nel centro-destra".
E' notorio che il "delfino" triestino di Fini, on. Menia, non ha mai accettato
la "svolta di Fiuggi". Con lui An a Trieste ha perso molti voti, ma è riuscita,
grazie a Fi, a impadronirsi di comune e provincia. "Il sindaco è ostaggio di
An" concordano gli esponenti dell'Ulivo, pretendendo una immediata presa di distanze.
Necessità peraltro implicitamente affermata dalle migliaia di persone in piazza martedì,
che lo stesso Dipiazza non può ignorare, avendo seguito ai bordi la manifestazione.
Dovesse passare la mozione - peraltro chiara volontà di cancellare l'articolo 21 della
Costituzione - sarebbero coinvolti anche molti cittadini di quel centro quando non
centro-destra che pur avendolo votato, hanno sfilato in corteo per protestare
pacificamente contro l'orgia di violenza a Genova. Moderati già turbati, quanto la
sinistra triestina, per il primo atto del nuovo comune, la "riabilitazione" del
podestà Pagnini, nominato dai nazisti. (francesca longo)