Manifesto 27 luglio 2001

La ribellione
TRIESTE Ostracismo al Gsf? E' da fascisti

"Quella del nuovo Msi è una politica volta a creare a Trieste un clima di paura e intimidazione". Lo chiama proprio Msi, Ettore Rosato, consigliere provinciale dei popolari, quel partito che l'altro ieri ha depositato in comune una mozione per chiedere di vietare al Trieste Social Forum manifestazioni e sospendere le convenzioni con le associazioni (in particolare quelle impegnate nell'assistenza e nei servizi educativi) che hanno aderito alla pacifica protesta di martedì scorso. Rosato e l'Ulivo chiedono al sindaco Dipiazza, che prende tempo minimizzando, che la richiesta o venga ritirata o discussa e votata immediatamente. E De Carli, capogruppo comunale della Lista Illy, minaccia nuove mobilitazioni ricordando che "si sente in città una forte insicurezza democratica, anche nel centro-destra".
E' notorio che il "delfino" triestino di Fini, on. Menia, non ha mai accettato la "svolta di Fiuggi". Con lui An a Trieste ha perso molti voti, ma è riuscita, grazie a Fi, a impadronirsi di comune e provincia. "Il sindaco è ostaggio di An" concordano gli esponenti dell'Ulivo, pretendendo una immediata presa di distanze. Necessità peraltro implicitamente affermata dalle migliaia di persone in piazza martedì, che lo stesso Dipiazza non può ignorare, avendo seguito ai bordi la manifestazione. Dovesse passare la mozione - peraltro chiara volontà di cancellare l'articolo 21 della Costituzione - sarebbero coinvolti anche molti cittadini di quel centro quando non centro-destra che pur avendolo votato, hanno sfilato in corteo per protestare pacificamente contro l'orgia di violenza a Genova. Moderati già turbati, quanto la sinistra triestina, per il primo atto del nuovo comune, la "riabilitazione" del podestà Pagnini, nominato dai nazisti. (francesca longo)