La Stampa
Martedì 31 Luglio 2001
«ACCOGLIAMO LINVITO DI CIAMPI, NO
AL MURO CONTRO MURO»
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«In Parlamento, non sul ring»
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Follini, presidente del Ccd: più
correttezza
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ROMA
O NOREVOLE Follini, nonostante vi sia qualche spiraglio, non si è arrivati ancora
a una soluzione che metta daccordo maggioranza e opposizione.
«Io auspico che si trovi un percorso parlamentare. Una volta che dalluna parte e
dallaltra si dice che si vuole far chiarezza, quando Berlusconi annuncia che gli
preme accertare la verità, e, soprattutto, dopo la presa di posizione di Ciampi, non ci
si può dividere. E unoccasione da non sprecare: finalmente si può
abbandonare la linea del muro contro muro».
Del resto, lei ha da sempre caldeggiato lipotesi di un rasserenamento del clima tra
maggioranza e opposizione.
«Noi abbiamo cercato di spianare la strada verso un traguardo di questo genere. Ma se ci
si arriva, voglio dire alla sinistra che sarà bene che aggiusti la rotta, mettendo tra
sè e determinate frange del movimento dei cavalli di Frisia più robusti, e sotterrando lascia
di guerra che ha brandito in questi giorni. Soprattutto, voglio dire a DAlema di
riporre in archivio certe falsità propagandistiche. Il riferimento al Cile non sta nè in
cielo nè in terra. Quel che forse il presidente dei ds non ricorda è che in Cile gli
oppositori non parlavano in televisione. Noi che, più modestamente, crediamo allo Stato
di diritto, chiediamo che lindagine parlamentare, se si farà, come io mi auguro,
non diventi un terreno di scontro».
Insomma, onorevole Follini, lei teme che lindagine, invece di riportare i rapporti
tra Polo e Ulivo nellalveo di una normale dialettica tra maggioranza e opposizione,
possa contribuire a incrudelire il clima?
«Io non lo spero, e ritengo che dopo la presa di posizione di Ciampi questo non sia
possibile. Però lopposizione non deve pensare che lindagine sia un trofeo da
sbandierare contro la maggioranza. Nè deve diventare un ring per una contrapposta
propaganda. Deve essere un riflettore acceso su tutte le vicende di Genova, senza troppi
pregiudizi. Lo ripeto: noi ci siamo impegnati per costruire un percorso parlamentare di
questo genere, ma questo percorso deve seguire certe regole e canoni. Non può diventare
un percorso di guerra, perchè altrimenti non si va lontano».
Onorevole Follini, lei ha sempre rappresentato lala dialogante della maggioranza,
non le pare di essere un po troppo duro, adesso, con lopposizione?
«No, faccio determinate affermazioni proprio perchè ho sempre cercato di riportare i
rapporti tra noi e loro nei binari di una corretta dialettica democratica. La verità è
che la sinistra, di qui in avanti, deve scegliere se essere sinistra di piazza o sinistra
delle istituzioni. Io non voglio rimpiangere il pci, però dopo il 77 quel partito
assunse determinati comportamenti. Certo, era un contesto diverso, ma ora per la sinistra
si fa tanto più stringente la necessità di lasciar perdere la rincorsa al movimento e di
riportare la lotta politica dentro le istituzioni. Non si può percorrere entrambe le
strade, perchè la prima è quella che conduce alla demonizzazione dellavversario,
la seconda invece porta alla normalità dellalternanza».
Onorevole Follini, lei invita lopposizione a non usare strumentalmente lindagine
parlamentare. Però cè anche da dire che quellindagine, finora, la Casa delle
Libertà lha rifiutata. Solo adesso la maggioranza ha aperto a questa ipotesi.
«Il problema è che la sinistra ha creato un cortocircuito tra la giusta esigenza di
accertare la verità sui fatti di Genova e lingiusta mozione di sfiducia nei
confronti del ministro dellInterno Claudio Scajola. Occorre, o ritirare la mozione,
o comunque lasciarsela alle spalle, una volta che il Parlamento si esprimerà con un
libero voto. Lostacolo che ha impedito finora il dialogo è stato infatti
rappresentato dalla mozione».
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