La Stampa
Otto inchieste sul G8, per ora nessun indagato
Domenica 5 Agosto 2001

Il bilancio della procura. In ritardo gli interventi per fermare i Black Bloc?
Alessandra Pieracci
GENOVA Nessun indagato, anche se una parte dei magistrati inquirenti non condivide la prudenza e preme da giorni per dare una svolta all’inchiesta sull’irruzione alla scuola Diaz. «Macché spaccatura. Una normale divergenza di opinioni espressa in sede di riunione». Il procuratore capo Francesco Meloni non può smentire la contrapposizione, ma com’è suo costume, attenua.
Ieri mattina «ha fatto il punto» dopo la settimana di accertamenti e interrogatori: salgono a otto le inchieste, perché ne è stata ufficialmente aperta una sui ritardati interventi di polizia e carabinieri in situazioni di pericolo a loro segnalate sia da enti pubblici, come la Provincia di Genova, sia da privati cittadini. «Le immagini le abbiamo viste tutti - dice il procuratore Meloni - con i manifestanti che devastavano e bruciavano senza che intervenisse nessuno. Su questo comportamento ci sono state consegnate le autorelazioni dei carabinieri e della Questura». Ed esiste anche un filone di indagini che riguarda presunti abusi e lesioni sui manifestanti raggruppati dalle forze dell’ordine alla Fiera del mare, la cittadella militarizzata, prima del trasferimento a Bolzaneto. Nominato anche un perito per verificare quanto segnalato da uno dei medici che aveva partecipato ai soccorsi dopo l’irruzione: ci sarebbero state persone con ferite pregresse, l’ipotesi è che la struttura funzionasse come ospedale clandestino, distaccato dall’infermeria «ufficiale» del Genoa Social Forum, per quanti volessero evitare l’identificazione.



GLI ARRESTATI «Sono state fermate o arrestate 301 persone - dice Francesco Meloni - Di queste la Procura ne ha poste in libertà 73. Le richieste di convalida in stato di detenzione sono state 228, il gip ne ha convalidate 152. Per gli arresti convalidati sono state disposte dal gip 74 scarcerazioni, 29 provvedimenti di misura cautelare attenuata e 49 custodie cautelari in carcere. Attualmente sono detenute 49 persone, di cui la maggior parte di nazionalità straniera».
E per quanto riguarda gli stranieri accusati di associazione armata finalizzata alla devastazione e al saccheggio, ovvero i presunti black blockers, continuano ad arrivare proteste. Dopo la presa di posizione del ministro degli Esteri austriaco per la detenzione di un gruppo teatrale e le presunte molestie sessuali su 7 donne della compagnia, ieri le comunità quacchere italiana e americana hanno lanciato un appello in difesa di una giovane studiosa statunitense, Susanna Thomas, arrestata il 22 luglio a Moconesi dai carabinieri. Secondo Cesare Bori, docente di Filosofia morale all’Università di Bologna, Susanna Thomas era in Europa per studiare le radici della non violenza e si trovava al seguito proprio del gruppo teatrale austriaco «come osservatrice e traduttrice». La ragazza avrebbe subito atteggiamenti offensivi e minacce da parte degli agenti e sarebbe stata costretta a usare il bagno senza poter chiudere la porta. La prossima settimana, comunque, il tribunale del riesame valuterà le istanze degli avvocati.



LE INCHIESTE I magistrati genovesi in questo momento indagano sulla lettera esplosiva inviata alla stazione dei carabinieri di San Fruttuoso, che aveva provocato il ferimento di un militare ausiliario, quella scoperta e disinnescata indirizzata al Prefetto, arrivata dopo il G8 perché nella zona rossa non si facevano consegne. Indagano anche contestualmente sulla morte di Carlo Giuliani e sull’aggressione da parte dei manifestanti al mezzo dei carabinieri. L’accusa per il carabiniere è di omicidio volontario, ma la legittima difesa appare come la conclusione annunciata. Anche per la Diaz inchieste speculari: quella su presenza e condotta degli occupanti, praticamente tutti scarcerati, e quella su abusi e lesioni da parte della polizia «dopo un’aggressione da parte degli occupanti». Già sentito il poliziotto che avrebbe avuto il giubbotto squarciato da una coltellata: «Gli è stato fatto indossare il corpetto durante l’interrogatorio, c’è conformità assoluta con le dichiarazioni» dice Meloni. Conclusi gli «interrogatori eccellenti», i pm dovranno ora sentire i 70 poliziotti che hanno partecipato all’irruzione. «Ci gestiremo questa folla» è il commento di un magistrato. E si profilano gli avvisi di garanzia.
La quinta inchiesta riguarda abusi e lesioni avvenute per la strada, sui cellulari, alla Fiera del Mare e nella struttura di Bolzaneto, con un ultimo pestaggio, raccontato ai gip dagli arrestati, nel carcere di Alessandria. Sono implicati tutti: carabinieri, polizia, polizia penitenziaria, presenti nella caserma di Bolzaneto, dove tra domenica 22 e martedì 24 sono passate 150 persone. I magistrati hanno effettuato un sopralluogo di nove ore, venerdì a Bolzaneto, con tre dei giovani feriti. E’ un’inchiesta che sembra destinata a risultati concreti: si moltiplicano i verbali di denuncia, ci sono le ferite e gli ematomi evidenti e i picchiatori hanno agito a volto scoperto. Responsabile di collegamento, il vicecapo della Digos, Alessandro Perugini, lo stesso inchiodato da una sequenza fotografica nell’atto di sferrare un calcio a un ragazzo di 17 anni già pesto e a terra, in via Diaz, sabato pomeriggio.
Poi ci sono le segnalazioni ai carabinieri e alla polizia di situazioni di pericolo o di violenze in atto, con interventi mai effettuati o ritardati. Infine, le dichiarazioni, i filmati e le foto sino ad oggi depositate all’apposito sportello istituito al nono piano di Palazzo di Giustizia riguardo manifestazioni, violenza, comportamento delle forze dell’ordine. I filmati, ovviamente, serviranno anche per tentare di identificare i manifestanti più violenti, i gruppi che hanno scatenato la guerriglia urbana. Sarebbe stata consegnata anche una ripresa in cui si vedrebbe chiaramente partecipare al saccheggio di un supermercato un personaggio insospettabile, a quanto pare un professionista genovese.
«L’esame dei filmati - ha spiegato il Procuratore capo - è stato affidato ai vigili urbani della sezione di polizia giudiziaria». Perché gli unici non coinvolti in qualche inchiesta? «Una scelta che tiene conto degli impegni degli altri».



ORGANICI In un momento di intensa e delicata attività della Procura, mancano di fatto tre magistrati, trasferiti una al Tribunale dei Minori, le altre al Tribunale ordinario. «Abbiamo chiesto al Csm di accelerare il loro rimpiazzo» conferma Francesco Meloni.