La Repubblica 7 agosto 2001

"Roma invece è pronta
la Fao si deve riunire qui"

Il sindaco della Capitale boccia l'idea del Polo di un possibile slittamento
veltroni

SILVIO BUZZANCA


ROMA - «È dovere del governo italiano garantire la sicurezza dei cittadini, tanto quanto è dovere del governo americano garantire la sicurezza dei cittadini quando si svolge l'Assemblea generale dell'Onu a New York. E la Fao non è il G8, è un organismo impegnato nella lotta contro la fame e la povertà. Si occupano di fare progetti, di salvare vite umane». Walter Veltroni ha convocato i giornalisti in Campidoglio per parlare di abusivismo edilizio. Ma alla fine il discorso scivola inevitabilmente sull'idea del governo di spostare il vertice autunnale della Fao da Roma verso un'altra città. Magari in Africa. «Ma io non posso pensare che il governo italiano non sia in grado di garantire l'ordine pubblico e di isolare dei violenti. Soprattutto in una situazione nella quale la grande parte dei manifestanti, se ci saranno, considererà il vertice della Fao come un interlocutore e non un nemico. In queste ore l'Italia non sta facendo una bella figura», dice il sindaco di Roma incalzato dalle domande dei giornalisti presenti.
Sindaco, ha parlato del problema Fao con il presidente del Consiglio o con il ministro degli Esteri?».
«Nessuno mi ha chiamato. Ho letto sui giornali quello che sta accadendo. Nessuno ha sentito il bisogno di avvertire me o né, credo, le altre autorità istituzionali che operano in questa città».
Il presidente della Regione Storace si è schierato con l'ipotesi del trasferimento...
«Non do valutazioni su questo. Dico soltanto che sarebbe veramente paradossale che il sindaco di Roma assumesse una posizione diversa da quella dello svolgimento del vertice. Io lo considero, per la sua natura, per chi lo organizza e per chi vi partecipa, un appuntamento che potrà dare un contributo alla lotta contro la fame e la povertà. Come lo ha dato nel 1996. Perché è vero che non si sono raggiunti tutti gli obiettivi di ridurre di 20 milioni gli uomini che soffrono, ma 8 milioni si sono salvati. Non considero inutile un vertice che ha salvato 8 milioni di vite».
Casarini e Agnoletto hanno rassicurato che la Fao non è il G8...
«È evidente. Ma anche da loro io mi aspetto parole molto chiare sul fatto che in questa occasione non c'è da manifestare contro. Chi volesse manifestare contro, prenderebbe un indirizzo diverso da quello di un movimento di massa e pacifico che invece dovrebbe sostenere il lavoro di quei capi di Stato che si riuniscono per cercare di combattere fame e povertà».
Cosa significherebbe per Roma, in concreto, spostare questo vertice? L'amministrazione è pronta a dare battaglia?
«Non è materia che mi riguardi. Solo la Fao può spostare il vertice. Né io né il governo italiano siamo in condizione di decidere. Ma se l'Italia dovesse dichiarare al mondo che non è in grado di potere ospitare il vertice della Fao non sarebbe una prova di forza del nostro paese. Io ricordo che Roma ha una vocazione e una funzione al dialogo. Aggiungo che il sindaco e l'amministrazione intendono fare veramente di Roma una capitale della lotta a fame e povertà».
Allora il vertice è un'occasione da non perdere?
«Ma no, non è un problema di occasione. È una questione di ruolo per Roma e l'Italia. Quello che considero più sbagliato è questa sorta di identificazione fra il G8 e il vertice dalla Fao. Sono cose tutte e due legittime, ma diverse. Nel vertice della Fao ci sono quei paesi che soffrono di più. Questo, dal punto di vista del rapporto con i manifestanti pacifici che si battono contro quelle sofferenze, è una differenza fondamentale».
Il ministro degli Esteri Ruggiero afferma che lo spostamento serve a togliere il palcoscenico ai violenti...
«Allora bisogna togliere il palcoscenico anche a New York quando si riunisce l'Onu. Bisogna levare l'acqua ai violenti, bisogna fare in modo che i violenti non possano nuocere. Ma questo è un problema che c'era anche prima di Genova e che, purtroppo, a Genova non si è stati in grado di risolvere. Con il paradosso che non si è stati abbastanza duri con i violenti e troppo duri con i non violenti».
Non sarebbe stato più simbolico svolgere il vertice in Africa?
«Decidere di svolgere il G8 in una grande città africana sarebbe stato un segnale molto importante. Ma se il G8 si fosse svolto in Africa sarebbe apparso ancor più evidente che fra quelle persone nessuno ha la pelle nera