La Repubblica 5 agosto 2001

È già caso diplomatico
"Berlusconi ci spieghi"

Un dirigente della Fao: noi parliamo di fame nel mondo, non c'entra il G8

ANAIS GINORI


Roma - «Siamo disponibili a discutere ma il fatto è questo: ancora non siamo stati chiamati ufficialmente, né ci è stato comunicato cosa intenda fare il governo italiano. Leggiamo sui giornali che Berlusconi vuole spostare il nostro vertice via da Roma, noi non sappiamo altro. Aspettiamo delucidazioni da Berlusconi e dal ministro Ruggiero». C'è imbarazzo e stupore nel grande palazzo della Fao di viale Aventino. Il dirigente Nick Parson è cortese ma secco: «Per noi il vertice mondiale sulla fame si svolgerà secondo le previsioni: a Roma dal 5 al 9 novembre. Come è sempre accaduto, è una tradizione».
Berlusconi non vi ha proposto di spostare la riunione in un paese del Terzo Mondo, a Nairobi? «Assolutamente no. Ripeto: nessuno ci ha detto niente». E sull'arrivo dei contestatori noglobal a Roma e sul rischio di scontri in città, neanche di questo si è discusso? «Tutti abbiamo letto di Genova - risponde Parson - il vertice di Roma ha lo scopo di discutere non di globalizzazione ma di 800 milioni di persone che soffrono la fame».
Un nuovo caso diplomatico. In mezzo secolo di storia, da quando la Fao si è insediata a Roma, non era mai accaduto che fosse sfrattata. Oltrettutto, liquidata in una battuta: «Con il G8 abbiamo già dato» è stato il commento di Berlusconi a proposito del vertice dell'agenzia Onu. Il segretario generale Jacques Diouf è tornato ieri dalla Francia e ha faticosamente cercato di capire le reali intenzioni del governo. Contatti con la Farnesina, telefonate con Palazzo Chigi. Per il momento a vuoto.
Al vertice Fao sono stati già invitati 185 capi di Stato, da Jacques Chirac a Fidel Castro. Alcuni leader antiglobalizzatori hanno fissato in quest'occasione la prossima tappa della lotta. «Tutti gli agricoltori convergeranno su Roma» ha detto José Bové. Anche il Genoa Social Forum si era dato questa priorità. Il portavoce Vittorio Agnoletto precisa: «Non so ancora che cosa organizzeremo». Per il ministro alle risorse agricole Giovanni Alemanno spostare il vertice è un'ottima idea: «Fare la riunione a Nairobi - dice - potrebbe essere una splendida occasione di protagonismo per i paesi sottosviluppati».
Tutto è nato da una inattesa esternazione del presidente del Consiglio durante un incontro con i senatori di Forza Italia. Il premier, facendo esplicito riferimento all'ultimo G8, aveva detto: «Con Genova abbiamo già dato». Immediate sono state le proteste dal centrosinistra. L'opposizione giudica l'idea di Berlusconi una semplice ammissione di incapacità, dopo il caos di Genova: «Significa che il governo non è in grado di garantire l'ordine pubblico» aveva commentato Gavino Angius, capogruppo dei senatori Ds. Per il popolo noglobal sarebbe comunque l'ennesima vittoria simbolica: già il vertice del Wto è stato spostato nel deserto del Qatar mentre il prossimo G8 si terrà nelle montagne rocciose canadesi. «Se continua così - ha detto Susan George, dell'osservatorio sulla globalizzazione - i leader del mondo dovranno riunirsi sulla Luna, anzi su Marte».