Corriere della sera 27 luglio 2001
IL PROGRAMMA SOSPESO

Il blitz nella scuola, il sangue e la disperazione degli anziani

ROMA - Ecco cosa racconta il filmato in programma su Raidue ieri sera alle 22.45 per Stracult 2 , lo spazio «di ricerca» della rete di Carlo Freccero curato da Marco Giusti, e poi sospeso. Ciò che segue è la semplice cronaca di quanto avremmo visto in tv: sessanta minuti di registrazione del regista Roberto Torelli, 43 anni, documentarista, che dieci giorni fa ha firmato anche «Porto Alegre Social Forum», lo speciale che ha raccontato la riunione organizzata dal «popolo di Seattle» in Brasile dal 25 al 30 giugno. Il titolo è Stracult 2 - Speciale Bella ciao, Social Forum - Un altro mondo possibile . Il tutto visto con gli occhi, e il cuore, di chi partecipava ai cortei: è stato questo approccio a impensierire ieri pomeriggio i vertici della Rai. Per precisa scelta stilistica Giusti e Torelli hanno evitato colonne sonore o montaggi di maniera.
Si comincia con l’immagine allegra di un gruppo di giovani che arrivano a Genova il 19 luglio e intonano O bella ciao col supporto di un gruppo di cui fanno parte due musicisti di Manu Chao. Stacco di immagine ma non di suono, eccoci a sabato 21, piazza Gaetano Alimonda, la telecamera indugia su un cuscino di fiori su cui appare un cartello scritto a pennarello: « Un ieri che fu/ è morto qui un partigiano/ ora sei morto tu/ e chi è stato a ucciderti? Lo Stato ». Segue l’immagine trasmessa più volte dal Tg3 e che mostra l’istante della morte di Giuliani, una voce grida «Noooo, porca troia, merda».
Nuovo stacco. Appare una scritta: sabato 21 luglio ore 24.30. Siamo davanti alla scuola media statale «Diaz» in via Cesare Battisti. Un ragazzo francese dal volto gonfio e insanguinato racconta: «Ci hanno fatti sdraiare a terra poi ci hanno preso a calci, a manganellate». Vittorio Agnoletto protesta: «Hanno pestato con violenza...». Nuovo stacco. La folla grida «assassini» alla polizia e ai carabinieri che escono dalla scuola. Segue una lunga sfilata di feriti (almeno otto, nove) trasportati sulle barelle verso le ambulanze: tutti colpiti in testa, sul naso, sulla bocca, sul collo, sulla fronte. Intervista al senatore verde Loredana de Petris: «Qui dentro c’è ancora una poliziotta "vestita" da G8, andatela a vedere». Il capogruppo al Senato di Rifondazione comunista, Luigi Malabarba: «Hanno subito violenze anche gli avvocati». Un altro ferito, sempre alla testa, arriva in barella salutando col pugno chiuso.
La telecamera raggiunge l’interno. Mostra uno dei crocefissi della scuola spezzati e immersi nel sangue. E poi ancora sangue: piccole e grandi pozze in terra, vistose macchie sui muri, tracce sulle scale, bastoni spezzati anche loro insanguinati. Intorno macchine fotografiche aperte, i rullini gettati via, computer e apparecchi tv sfondati.
Domenica 22 luglio. Sigla del Tg3, un ragazzo descrive un filmato e assicura che «poliziotti e carabinieri si sono infiltrati tra gli anarchici». Nuovo stacco, si torna alla mattina di venerdì 20 luglio. Due dichiarazioni quasi profetiche. La prima di Don Andrea Gallo: «Bisogna prestare attenzione agli infiltrati». La seconda di Franca Rame: «Speriamo che stasera saremo sempre in allegria e non dovremo piangere un morto». Arrivano le immagini della prima manifestazione di venerdì mattina. Un ragazzo dall’accento fiorentino quasi grida: «Ho visto quei cinquanta in tuta nera spaccare tutto, incendiare macchine, la polizia e i carabinieri hanno assistito e non sono intervenuti. Dicono che siano tedeschi, ma a me importa dire che noi non siamo qui per spaccare e bruciare». Torna la jeep assediata in piazza Gaetano Alimonda alle 5.26 di venerdì 20 luglio. Per una sola volta c’è uno strappo alla regola: le immagini del giovane morto, della sua testa ormai senza vita immersa nel sangue, vengono commentate da un breve brano di Inno di Vangelis. Subito dopo ecco un blindato della polizia in fiamme con la scritta «chiuso» (presa da un vicino distributore di benzina) piazzata sul parabrezza.
Ancora sulla manifestazione di sabato. Si vedono lacrimogeni. Una donna anziana grida dal balcone: «Dite alla polzia di non farlo, qui ci sono bambini, queste cose non si fanno, siete stupidi». Primo piano di un uomo ferito che piange, ha tutti i denti spezzati. Un ragazzo viene preso a calci per strada. Un altro ferito sdraiato sul marciapiede e che sembra moribondo armeggia invece col telefonino. Due ragazzi raccontano: «Sono arrivati coi carrelli pieni di sampietrini e la polizia non ha detto niente». Su un muro appare la scritta «Genova è morta».
Gli ultimi minuti, ironici, sono dedicati all’area ospitalità «zona rossa» climatizzata, al ricco buffet, alla sala stampa intatta, a un gruppo di giornalisti americani che brinda con le ragazze. Fine.
Paolo Conti