La Repubblica 7 agosto 2001

Caruso, il capo dei contestatori
"Per fermarci ci dovranno sparare"

Il leader dei centri sociali campani: "La Nato? Una riunione di criminali e assassini"
il personaggio

ANAIS GINORI


roma - ministro Scajola se lo ricorda bene Francesco Caruso, il masaniello dei noglobal. Questo hacker di 26 anni, cresciuto all'Officina 99 di Napoli, prima del G8 aveva inviato al ministro un bossolo. «Ma no, nessuna minaccia precisò poi lui . Solo un pacato invito a disarmare la polizia». E' fatto così Caruso, alias striker: bisogna interpretarlo. Adesso rilancia: «Contro la Nato non saremo disarmati». Quindi sarete armati? «No, significa che non scenderemo in piazza impreparati allo scontro». E dunque? «Che dovranno spararci addosso per fermarci». Avrete armi anche voi? «Diciamo che ci saranno azioni di protesta diretta e radicali». E' una minaccia? «Soltanto un invito alla riflessione».
Abita anche lui nella zona d'ombra del Genoa Social Forum, come Luca Casarini di cui è amico. E' il portavoce degli "inflessibili", degli antagonisti della Rete Noglobal, di base nei centri sociali campani, che hanno avuto il battesimo del fuoco negli scontri del 17 marzo, durante il vertice dell'Ocse. «Quella è stata la prova generale di Genova. C'è stato un pestaggio di massa nei confronti di migliaia di persone inermi e disarmate».
Genova, come punto di non ritorno. «Adesso siamo tutti più incazzati». E c'è già il prossimo round: il vertice Nato del 26 e 27 settembre. «Nessuno spiega Caruso deve passare sotto silenzio questa riunione di criminali e assassini. Se il vertice Fao di Roma, per quando discutibile ha il merito di parlare di fame nel mondo, a Napoli si parlerà di foraggiare l'industria della morte. Se il vertice sarà cancellato racconta alla fine sarà un bene per tutti tranne che, naturalmente per l'industria bellica».
L'appello alla mobilitazione è già stato lanciato: «Saremo almeno 30mila per assediare i palazzi del vertice». Sulle modalità, ancora poca chiarezza. «Dobbiamo fare in modo che ognuno possa esprimersi come vuole». C'è posto anche per i violenti? «La lotta è diventata dura e radicale. Noi vogliamo il conflitto, ma anche il consenso». Questo discorso a Genova è fallito. «No, la crisi dice Caruso non è dovuta alla repressione militare ma alla totale mancanza di risposta politica». Sulle forme di lotta meglio rimandare al dibattito interno: «Ne parliamo durante il campeggio noglobal, dal 17 agosto, vicino ad Avellino». Lì ci sarà anche Don Vitaliano della Sala, il prete zapatista, forse anche lui un po' più radicale dopo Genova.