La Repubblica 5 agosto 2001 La
telefonata in questura
"Hanno distrutto l'asilo"
La presidente della Provincia dette l'allarme sulle tute nere
WANDA VALLI
Genova - La procura della Repubblica di Genova ha aperto un altro filone di indagine
per chiarire come mai le segnalazioni, ripetute, da parte della Provincia, sulla presenza
di "black bloc" nella strutture scolastiche concesse ai Cobas, non sono state
ascoltate. E sì che non è stata una sola segnalazione, ma molte, tutte elencate in un
esposto che la presidente, Marta Vincenzi, ha spedito, subito, sabato 21 luglio. Non solo
in procura, ma al ministro dell'Interno, al capo della Polizia, prefetto e questore.
Perché che qualcosa di strano stesse accadendo soprattutto a Quarto, dove erano
alloggiati in tende manifestanti dei Cobas, e alla scuola "Cesare Battisti", in
Albaro, quelli della Provincia l'avevano capito subito.
E' mercoledì sera, 18 luglio, prima dell'inizio dei giorni della violenza, quando la
custode di Quarto, dove oltre a una serie di uffici si trovano due palestre, il piazzale
della tendopoli, il teatrino, avverte la presidente che là dentro qualcuno aveva
cominciato una distruzione sistematica. Il giorno dopo c'è una prima telefonata
dell'assessore all'Istruzione, Eugenio Massolo in Prefettura e in Questura. «Ho spiegato
che si erano infiltrati dei "black bloc", gente che con i Cobas non c'entrava
niente. Si stavano armando, facevano a pezzi le aste delle cancellate, rompevano le
spalliere delle palestre». Quanti potevano essere? Duecento, trecento suddivisi nelle
varie zone di accoglienza, secondo la Provincia, mescolati a qualche migliaio di giovani.
L'assessore, nota anche un pulmino nero, con targa straniera posteggiato a Quarto e, per
scrupolo, annota la targa. Nessuno lo rimuove. Intanto là dentro, gli infiltrati
continuano a prepararsi per quello che dovrebbe essere il loro assalto alla città e
distruggono, con danni per miliardi. E le forze di polizia? Qualcosa alla fine succede,
poco prima delle due di pomeriggio di sabato. Due camionette vanno a vedere e ritengono di
non dover intervenire. In Provincia, decidono di metter tutto nero su bianco e spedire
l'esposto alle autorità competenti per l'ordine pubblico. Adesso spetterà ai magistrati
chiarire se e perché quei possibili "black bloc" non sono stati fermati. |