Manifesto 27 luglio 2001

 

Il social forum in tuta blu
"La Fiom ha scelto di far parte del Gsf". Tra le motivazioni, la lotta alla globalizzazione e "l'interlocuzione con un movimento che per tematiche e modalità apre un confronto più generale con le nuove generazioni"
"Solidarietà della Fiom a Vittorio Agnoletto, che in seguito alle mobilitazioni nei giorni del G8 si trova al centro di un violento attacco morale e politico" della destra. Anche nella Fim qualcosa comincia a muoversi: i giovani
LORIS CAMPETTI - ROMA

Nel Genoa social forum la Fiom non è finita per caso o per sbaglio, l'adesione alla manifestazione dei migranti di giovedì e a quella di sabato segnalava un'internità al movimento contro la globalizzazione liberista. Internità che è stata ribadita ieri dal direttivo nazionale dei metalmeccanici della Cgil. Il documento approvato elenca le ragioni dell'adesione al Gsf: "La non violenza come scelta costitutiva esplicita della pluralità dei soggetti che lo compongono; la riapertura di un grande processo democratico fondato sulla responsabilità personale e l'impegno collettivo; l'importanza per noi e per gli altri di essere dentro quel processo di discussione e confronto che pone le questioni della globalizzazione come centrale nel determinare la vita politica e sociale in Italia e nel mondo".
Ma c'è un'altra ragione alla base della scelta ribadita ieri dal direttivo della Fiom: "L'interlocuzione e la relazione con un movimento che per tematiche e modalità apre un confronto più generale con le nuove generazioni. A Genova, prima di tutto, sabato si è svolta una grande manifestazione democratica di oltre 200.000 giovani, decisiva testimonianza che manifestare pacificamente è il momento più alto delle garanzie democratiche e della partecipazione personale e collettiva". Il richiamo alle nuove generazioni non è semplicemente un tentativo di comunicazione con l'esterno: la Fiom i giovani ce li ha in casa. Si sono visti e sentiti nei giorni di Genova come nelle grandi manifestazioni per il contratto prima, e poi contro l'accordo separato siglato da Fim, Uilm e Federmeccanica. La Fiom ha un corpo giovane e reattivo, che condivide obiettivi e speranze dei ragazzi e delle ragazze del Gsf. Sono anche loro ragazze e ragazzi del Gsf, sanno tutto sulla Tobin tax e sul buco dell'ozono, sulle rapine del nord del mondo ai danni del sud, sugli utili e i licenziamenti delle multinazionali. In poche parole, sui danni della globalizzazione liberista. Sanno e si schierano, e dunque la Fiom si schiera.
"A Genova - prosegue il comunicato - siamo stati testimoni delle gravissime violenze realizzate attraverso l'utilizzo di bande di provocatori e di forze dell'ordine non predisposte ad affrontare i comportamenti in atto. I Black bloc, certo, ma anche "carabinieri e polizia" che "non hanno bloccato preventivamente l'azione dei teppisti né difeso i manifestanti, contravvenendo così alla ragione stessa dell'esistenza delle forze dell'ordine: la difesa dei cittadini. L'uccisione di Giuliani è la testimonianza della violenza e dell'impreparazione delle forze dell'ordine". La Fiom denuncia la "gravissima responsabilità delle forze dell'ordine - ministro degli interni e capo della polizia in primo luogo" nei "suprusi documentati e incontestabili, culminati sabato notte nella brutale irruzione nella sala stampa del Gsf e nella scuola adibita all'accoglienza. Pestaggi e arresti di massa, sospensione delle garanzie individuali, la cui legittimità è messa in discussione dalla magistratura, ne sono la conseguenza drammatica evidente".
Attribuire queste responsabilità a chi di competenza (Scajola e De Gennaro) è fondamentale "se non si vuole interrompere il processo di democratizzazione delle forze dell'ordine che è prezioso per la salvaguardia delle garanzie costituzionali e per la difesa dello stato di diritto". In questo senso, le manifestazioni pacifiche di massa di martedì in tutte le città italiane "sono una netta risposta contro tentazioni di chiusura di spazi di libertà e democrazia, e insieme rappresentano il più chiaro rigetto di ogni tentativo di inquinare il movimento attribuendogli tolleranza verso i gruppi dei violenti che gli sono nemici. Conseguentemente, la Fiom è naturalmente impegnata a garantire le caratteristiche pacifiche di tutte le manifestazioni alle quali partecipa e che promuove".
La Fiom denuncia "il fallimento del G8" nel metodo e nel merito e ricorda l'esistenza di una sede neutrale: l'Onu, e fa riferimento al "giudizio negativo della segreteria della Cgil sulla natura e gli esiti del G8" che sarebbe "limpido" (particolare, questo, su cui molto ci sarebbe da dire). Infine, "le questioni poste dalla globalizzazione pretendono una dimensione internazionale del sindacato, allo stato delle cose del tutto insufficiente". Al termine del direttivo della Fiom è stato approvato un ordine del giorno di solidarietà a Vittorio Agnoletto, "al centro di un violento attacco morale e politico sollecitato dal centro destra". Nonché licenziato dal Ministro Maroni: "un vero licenziamento politico".