La Repubblica 26 luglio 2001 Polizia,
accuse dall'Europa Il governo tedesco e Amnesty: Italia sotto
osservazione
ANDREA TARQUINI
BERLINO - Accuse di pestaggi e maltrattamenti brutali, giovani manifestanti stranieri
arrestati e ricoverati con lesioni craniche gravi, e quel che è peggio, i rappresentanti
diplomatici e consolari tedeschi, inglesi e di altri paesi europei che solo dopo giorni
sono stati messi in condizioni di esercitare il loro diritto di contattare immediatamente
i concittadini incarcerati. La Germania esige dalle autorità italiane un rapporto con
chiarimenti e spiegazioni esaurienti e denuncia la violazione degli accordi internazionali
di Vienna sui diritti consolari. I Verdi, partito di governo, chiedono un'inchiesta
internazionale sull'operato della polizia a Genova. A Londra il ministro degli Esteri Jack
Straw ammette in diretta radio che il problema esiste, i liberaldemocratici premono su
Blair per energiche proteste presso Roma. In un'iniziativa assolutamente inabituale verso
un paese della Ue e della Nato, Amnesty international - la più autorevole organizzazione
per la difesa della libertà nel mondo - lancia un urgente appello chiedendo al governo
italiano il rispetto dei diritti umani dei dimostranti arrestati; la Federazione
internazionale dei giornalisti deplora le brutalità: l'operato delle forze dell'ordine
nei giorni del G8 diventa scandalo internazionale, esplode come clamoroso autogol del
nuovo governo. E' un durissimo colpo che l'Italia del centrodestra ha inferto da sola alla
sua immagine nel mondo.
«Pesanti accuse alla polizia italiana», titolava ieri mattina la liberale Sueddeutsche
Zeitung, il più diffuso quotidiano tedesco di qualità. «Quattro o cinque giorni di
attesa imposta ai diplomatici prima di poter incontrare i loro concittadini in prigione è
un comportamento da dittature del Terzo mondo», incalzava a Londra il deputato
liberaldemocratico Menzie Campbell, invitando Downing Street a «ricordare a Berlusconi
che l'Europa è fatta di valori comuni di democrazia, non solo di economia e commercio».
E insieme ad altri prestigiosi intellettuali anglosassoni, Noam Chomsky lanciava un
appello per la liberazione dei dimostranti in prigione. Denunce della repressione
fioccavano su internet nei siti di monitoraggio dei diritti umani, come usa per i regimi
autoritari.
«Vogliamo un'inchiesta internazionale», dicono i Verdi Cem Ozdemir e Hans Christian
Stroebele. Il secondo è accorso in volo a Genova per incontrare tutti i detenuti. Nei
resoconti di media e ambasciate attraverso l'Europa, l'Italia appariva simile alla Berlino
Est o alla Praga degli ultimi sussulti repressivi dell'89, alla Turchia delle violenze in
carcere o alle passate dittature latinoamericane, non a un paese fondatore della Comunità
europea. Mai nel dopoguerra democratico costruito dagli Adenauer, dai De Gasperi, dai
Mitterrand e dai Kohl un paesechiave dell'Europa occidentale era apparso ai partner con un
simile volto da sorvegliato speciale deviante dai valori comuni.
«Solo da poche ore abbiamo potuto contattare tutti i tedeschi arrestati», ci dice un
portavoce del ministero degli Esteri di Berlino. «Gli arrestati sono 68, di cui 9 in
ospedale». La presenza tra loro di feriti gravi, le denunce di gravi maltrattamenti nel
blitz al social forum, poi in caserme e centri raccolta dei detenuti, sono notizie
assolutamente inabituali in Europa, sottolineano i diplomatici tedeschi. Aggiungendo:
«Ascolteremo e registreremo tutte le testimonianze, vogliamo dalle autorità italiane un
rapporto chiarificatore, una nostra protesta ufficiale non è esclusa». Particolarmente
gravi appaiono i casi del ventunenne tenuto in isolamento da autorità consolari e
famiglia anche durante il coma per lesioni cerebrali e l'operazione, e della giovane
giornalista di Junge Welt Kirsten Wagenstein, di cui Berlino descrive come «molto
nauseanti» le circostanze dell'arresto: le è stato sequestrato l'accredito stampa, per 4
giorni non ha avuto notificati capi d'accusa, a lungo il console ha chiesto invano
informazioni su di lei. O il dramma della giovane berlinese Katharina Zeuner, figlia d'un
professore dell'Università di Berlino. «Temo sia stata maltrattata, ho paura per lei»,
ci dice il padre. Per la Federazione internazionale dei giornalisti, Ajdan Whjite denuncia
pestaggi anche contro inviati dei media, e poliziotti travestiti da giornalisti, in palese
violazione degli accordi internazionali. Proteste anche nelle piazze europee: a Digione,
in Francia, e a Granada in Spagna i consolati italiani sono stati occupati per alcune ore,
a Madrid attentati hanno colpito una banca e una rivendita d'automobili. Violenza chiama
violenza, in una spirale che inquieta l'Europa intera. |