Manifesto 27 luglio 2001 COMMENTO
I fascisti, quelli veri
TARIQ ALI *
Gli eventi di Genova dimostrano che la coesistenza di capitalismo e
diritti democratici è un processo concluso. Capitalismo e democrazia si confrontano ora
come nemici. La lezione è chiara. I rappresentanti politici del capitalismo tollereranno
solo il dissenso interno. Potete essere critici verso il capitalismo solo se siete
favorevoli ad esso come sistema socio-economico-culturale. Ma se vi ponete al di fuori, vi
distruggeremo.
Berlusconi nel ruolo del cagnolino da salotto di Bush, alla disperata ricerca di
approvazione pubblica da parte del Cesare americano, è stato nauseante, ma non più
nauseante di quanto sia stato Blair a Londra o i socialdemocratici svedesi a Göteborg,
che sono anche permanentemente in ginocchio, in adorazione dell'inquilino della Casa
bianca.
Ciò che è evidente è che gli Stati uniti non possono governare nell'interesse generale
della civiltà mondiale. Con il sostegno di pro-consoli in Europa e Asia, governano
nell'interesse del loro impero. A loro non interessa se alle elezioni non votiamo, anzi
incoraggiano l'astensionismo con le schifezze che trasmettono nei loro canali televisivi.
Potete votare su chi desiderate escludere da un quiz televisivo. Quello diventa il voto
importante. Il culto della stupidità è incoraggiato. Le persone intelligenti considerano
alla moda discutere di sciocchezze.
Ora ci stanno dicendo che non abbiamo nemmeno il diritto di protestare. E' grottesco che
la prima vittima del movimento antiglobalizzatore sia caduta nell'Italia di Berlosfini,
dove post-fascisti, fanatici xenofobi e fascisti regolari si incontrano regolarmente al
Governo.
Quando il post-fascista austriaco Jöorg Haider è stato eletto, gli ipocriti dell'Unione
europea hanno imposto alcune miti sanzioni all'Austria, ma la penetrazione in Italia dei
partiti del fascismo "democratico" è molto più profonda. Nessun problema.
Berlosfini è accettabile perché è a favore delle "riforme", cioè smantellare
il welfare state, evirare i sindacati e distruggere quanto è rimasto della cultura
politica italiana del dopoguerra. E a noi non è consentito nemmeno di dimostrare?
New Left Review, Londra
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