Manifesto 24 luglio 2001

Tutto in ordine


ROBERTA CARLINI

Se qualcuno aveva dei dubbi sulla vera faccia della destra che governa l'Italia, se ancora gli era rimasto un margine di incertezza dopo i due giorni della mattanza di Genova, se non gli era bastato lo show farsesco di Berlusconi di fronte alla stampa mondiale, da ieri non può dire di non aver visto o non aver capito. Ieri in parlamento il ministro dell'interno ha coperto, giustificato e rivendicato l'operato di governo e "forze dell'ordine" non contro "una frangia di violenti" ma contro tutti coloro che in questi giorni hanno voluto manifestare un dissenso in questo paese, e contro coloro - pochi in parlamento, qualcuno di più nella stampa - che li hanno ascoltati e dato visibilità alla protesta. Contro l'intero Genoa social forum, contro le associazioni che ne fanno parte, contro i partiti, i parlamentari e i sindacalisti che sono andati a Genova, contro quegli organi di informazione che non si piegano alle veline di regime.
Doveva spiegare, il ministro Scajola, com'è stato possibile che una piccola banda di aggressori limitata e riconoscibile abbia potuto scorazzare nella città compiendo azioni nell'assoluta indifferenza dell'esercito di polizia e carabineri schierato a Genova. Com'è stato possibile che il suddetto esercito scatenasse la sua repressione su tutti gli altri, prima coinvolgendoli negli scontri e poi soffiando il più possibile sul fuoco. Com'è stato possibile costruire per mesi attorno alla cittadella blindata una mastodontica linea del fronte per poi buttarvi davanti sprovveduti ragazzi in divisa, e com'è stato possibile che uno di questi abbia sparato uccidendo Carlo Giuliani. Com'è stato possibile che un corteo di 200, 300mila persone fosse aggredito, spezzato, caricato. E soprattutto com'è stato possibile chiudere il tutto con una spedizione punitiva nella sede del Genoa social forum.
Non lo ha spiegato, il ministro Scajola. O meglio, lo ha spiegato fin troppo bene, dicendosi all'oscuro dell'ultima decisione (l'irruzione nella scuola l'hanno decisa le autorità locali, ha detto), ma rivendicandola nel suo teorema: è l'intero movimento che copre i violenti, è l'intero movimento che va colpito. Così si spiega - fin troppo bene - tutto l'atteggiamento del governo nell'escalation che ha portato a Genova, compresa la finzione del dialogo. Se tutti coloro che protestano contro lo stato delle cose sono dei criminali o dei teppisti, lo stato delle cose va benissimo. Il duetto Berlusconi-Bush può andare in scena, il nuovo asse della destra italo-americano è benedetto dagli scudi terrestri in piazza e da quelli spaziali in cielo.
Chiunque, anche tra coloro che la globalizzazione la adorano, abbiano un po' a cuore la libertà in questo paese dovrebbe avere un sussulto, di fronte a così sfacciate operazioni di regime. E un sussulto ieri l'ha avuto persino un'opposizione - quella dell'Ulivo - finora drammaticamente inesistente e barcollante. Spingendosi al punto - sacrosanto - di chiedere le dimissioni del ministro dell'interno, ma senza prendersi la briga di smontare il suo teorema, difendere il Genoa social forum, tutelare (se non i contenuti) gli spazi del movimento.