La Repubblica 5 agosto 2001 "Preoccupati
per il vertice Fao"
Scajola: potremmo trasferirlo, si rischia altra violenza
Il ministro dell'Interno incontra il collega tedesco Schily: via libera al piano
antisommosse delle due polizie
LIANA MILELLA
IMPERIA - Le azioni violente dei Black bloc e le «dichiarazioni preoccupanti e che si
collocano nella sfera dell'illegalità» del leader delle Tute bianche Luca Casarini
turbano il weekend del ministro dell'Interno Claudio Scajola. E gli fanno dare ragione
all'ipotesi di Silvio Berlusconi di non far tenere a Roma, il prossimo 10 novembre, il
vertice della Fao. Ma gli fanno aggiungere subito che questa soluzione, per adesso
«appena accennata» dal presidente del Consiglio, non va comunque letta come una
«dichiarazione di sfiducia nell'azione delle forze di polizia italiane» .
Ma, d'altra parte, è inutile negarlo. A due settimane dal G8 e dopo una tempesta politica
che gli è costata una richiesta di dimissioni e una mozione di sfiducia da parte
dell'opposizione (bocciata al Senato con 180 voti a favore contro 106), il ministro
dell'Interno sente ancora il bisogno di riaffermare l'opportunità della sua scelta di
mettere da parte tre alti funzionari della polizia - il vice capo vicario Andreassi, il
capo dell'antiterrorismo La Barbera, il questore di Genova Colucci - per lasciare che la
magistratura faccia la sua inchiesta sui fatti di Genova in piena libertà e «senza
compromettere i ruoli istituzionali» .
Compiuti due passi, per lui entrambi rilevanti per il dopoGenova, sul piano nazionale
Scajola dedica il fine settimana alla situazione internazionale, che non è meno
preoccupante. E invita, nella sua casa di Imperia, il ministro dell'Interno tedesco Otto
Schily per due giorni di analisi a largo spettro sulle violenze dei manifestanti dopo
Nizza, Goteborg e Genova. Schily, che ha una villa in Toscana e si definisce addirittura
un «contadino toscano», ha anche una lamentela contro l'Italia e le sue forze di
polizia. Espressa con garbo, ma con chiarezza. «Ci sono stati cittadini tedeschi che non
sono stati trattati bene dalla polizia di questo Paese. Nel senso che a loro non sono
stati riconosciuti i diritti legali di cui avrebbero dovuto godere» .
Questo dice il ministro tedesco, con un sorriso ma senza fare sconti, mentre sta seduto su
una panchina del giardino di casa Scajola da cui si gode un'ampia vista panoramica su
tutta Imperia. Non vuole essere scortese Schily.
E aggiunge subito che il problema «sarà affrontato in modo amichevole con il collega
italiano». E comunque stamattina in Prefettura, dovrà essere affrontato un tema che può
rendere difficili i rapporti tra l'Italia e i partner europei. Gli stranieri picchiati a
Genova, detenuti illegalmente, impediti nei contatti con i consolati e gli avvocati
premono sui loro governi per avere giustizia. Scajola comincia a parlarne con il collega
tedesco che non fa mistero di considerarsi un «amico» dell'Italia.
Uno solo è il punto dolente dopo Genova ed è proprio quello che rischia di far saltare
l'appuntamento della Fao e che consiglia a Berlusconi e Scajola il passo indietro. Ma che
allarma anche Scily. Quel punto si chiama Black bloc.
Dice Scajola: «Al G8 una maggioranza pacifica non è riuscita a isolare una percentuale
ridotta che voleva fare violenza su cose e persone». Aggiunge Schily: «Non siamo ancora
riusciti a dividere gli uni dagli altri, isolando i violenti». Il titolare politico del
Viminale, giustificando la scelta di Berlusconi, dichiara: «L'ipotesi appena accennata da
Berlusconi nasce da una valutazione serena. Per il G8 abbiamo incontrato a lungo la
polizia e il Gsf. Ma abbiamo visto cos'è successo a Genova. Ora abbiamo forti timori
soprattutto alla luce delle dichiarazioni preoccupanti, e che si collocano nella sfera
dell'illegalità, pronunciate da «questo» leader delle Tute bianche Casarini. Temiamo
nuove manifestazioni di violenza» .
E' un'affermazione pesante, quella del ministro, sul capo dei centri sociali del Nord Est
che l'altro ieri aveva annunciato future forme di protesta dura. Ma Casarini non
rappresenta le Tute nere. E su queste è il ministro Schily a fare una rivelazione.
Racconta che i suoi apparati di polizia dispongono di «un ampio schedario con i nomi di
tutte le persone che hanno avuto precedenti con la giustizia per reati del genere» . Il
materiale è stato messo a disposizione della polizia italiana che ha consultato files
riservati.
Non solo: dalla Germania sono arrivati a Genova poliziotti esperti e specializzati. I
tedeschi hanno fatto pure di più: hanno bloccato alle loro frontiere le persone
sospettate di potersi esibire in aggressioni, al punto che in Germania hanno protestato
per il blocco della libera circolazione in Europa. Ma tutto questo non ha fermato i Black
bloc.
Scajola, naturalmente, deve fare sempre i conti con i problemi della sua polizia. Il
ministro ripete che era «doveroso» allontanare Andreassi, La Barbera e Colucci «per non
compromettere il ruolo istituzionale che ricoprono» . Su eventuali altri provvedimenti,
sfuma: «Sono in corso tre indagini, amministrativa, giudiziaria, politica. Quando saranno
ultimate avremo elementi migliori su cui lavorare» . E' un rinvio a settembre, forse a
più in là, visto che le otto inchieste di Genova andranno avanti ben a lungo.
Nel frattempo, il ministro ripete, ancora una volta, che «non vanno invertiti i ruoli» :
da una parte, a Genova, c'erano i gruppi violenti, dall'altra la polizia che ha reagito.
Spetta anche a chi vuole manifestare pacificamente il compito di «isolare i violenti» .
Lui, il ministro, promette che «se ci sono stati eccessi della polizia, quelli saranno
puniti» . |