La Repubblica 5 agosto 2001

Perugini: solo qualche calcio
ma non ho colpito nessuno

Il vice della Digos genovese accusato di violenze a un ragazzo


GENOVA - «Ho tirato qualche calcio: ma osservate bene le immagini, le pedate vanno quasi tutte a vuoto. Il ragazzo si era già ferito ad un occhio prima del nostro intervento. E poi non si trattava di un manifestante inerme, pacifico: quella è la scena di un arresto». Interrogato nei giorni scorsi dagli ispettori del Ministero dell'Interno, il vicequestore Alessandro Perugini sarà presto ascoltato dal sostituto procuratore Enrico Zucca, quello che indaga sugli «orrori» della caserma di Bolzaneto. Perché Perugini, numero due della Digos genovese, è il poliziotto in borghese che prende a calci in faccia un dimostrante durante gli scontri di piazza. Ma nei giorni del vertice è stato anche uno dei funzionari di polizia responsabili della gestione delle persone detenute nel complesso di Bolzaneto.
Dicono che lei abbia perduto la testa dopo che due giorni prima, durante il corteo dei migranti, un gruppetto di manifestanti le aveva teso un agguato.
«Quella storia non c'entra nulla».
L'avevano presa a schiaffi all'altezza di corso Barabino, proprio dove sabato pomeriggio lei ha preso a calci quel ragazzo.
«E allora? Fate attenzione a giudicare quelle immagini, che non trasmettono il clima e le emozioni di quei momenti. Era uno dei tanti arresti maturati in un caos incredibile. Non era come andare a comprare un pacchetto di sigarette, capito?».
I presunti «orrori» di Bolzaneto? Lei c'era.
«Io a Bolzaneto ci ho passato la notte, fino all'alba. Ma non ho visto quei pestaggi, quei massacri di cui ho letto sui giornali. Confusione ed asprezza, questo sì: i fermati erano più di cento, forse c'è stata qualche rudezza. Ma le persone accompagnate in caserma, prima coinvolte nei disordini, hanno poi vissuto come uno choc quell'esperienza, come un abuso, un affronto. E certe cose forse sono state inconsapevolmente amplificate. Non ci sono state violenze ingiustificate».
Nessuna incertezza?
«Io ho la coscienza a posto, ma sono amareggiato: di sicuro, con quelle immagini pubblicate, sarà difficile continuare a lavorare alla Digos di Genova. Abbiamo dato tutto per questo G8: non è giusto che sia finita in questo modo. Se qualcuno tra le forze dell'ordine ha esagerato, deve essere punito: ma non ci dovete trattare tutti come dei picchiatori fascisti».
(m.cal.)