Corriere della sera 5 agosto 2001
«Indagine sui mancati interventi contro le Tute nere»

Il procuratore Meloni: otto inchieste, per ora nessun poliziotto sotto accusa. Verifiche sui «pestaggi» affidate ai vigili

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Si indaga anche sui mancati interventi di polizia e carabinieri durante il G8. È l’ultima inchiesta aperta, dopo le segnalazioni della Provincia di Genova sulla presenza dei Black Bloc e sui loro vandalismi nelle scuole della città: segnalazioni rimaste senza risposta già nei giorni precedenti al vertice dei capi di Stato. Il procuratore della Repubblica, Francesco Meloni, ha fatto ieri il bilancio delle prime due settimane di lavoro. Sono otto le indagini avviate, «ma per il momento nessun agente è sotto inchiesta». La più delicata, quella sulle tante denunce di abusi e pestaggi da parte di poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti penitenziari: non potendo affidare a loro la raccolta delle prove e delle testimonianze contro i colleghi e i superiori, la procura ha dovuto delegare l’incarico ai vigili urbani.
«Il primo filone - spiega Meloni - è quello relativo alle lettere esplosive: una alla stazione dei carabinieri di San Fruttuoso, con il ferimento di un militare, e l’altra al prefetto di Genova». Gli investigatori del Ros dei carabinieri hanno scoperto che sono state tutte spedite da Bologna.


GIULIANI - «La seconda indagine aperta - ricorda Meloni - riguarda la morte di Carlo Giuliani e l’aggressione alla camionetta dei carabinieri. Il guidatore del mezzo, anche lui indagato per omicidio, verrà estromesso dall’inchiesta con un provvedimento formale perché si è accertato che la morte del povero ragazzo è dovuta al colpo di pistola». Su questa vicenda, il procuratore di Genova ha voluto di nuovo rispondere al senatore Francesco Cossiga, che aveva duramente criticato la decisione di mettere sotto inchiesta il carabiniere che ha sparato e il suo collega: «So che una persona di alto livello ha criticato la procura - ricorda Meloni -. Questo personaggio evidentemente non conosce la procedura penale. Perché non potevamo che iscrivere l’episodio come reato di omicidio volontario».


SCUOLA DIAZ - Sono due le inchieste sulla perquisizione nella sede del Genoa Social Forum, la scuola Diaz: operazione conclusa con 61 feriti e 93 fermi, di cui 68 non convalidati. «Si stanno conducendo indagini circa la condotta di coloro che occupavano la scuola Diaz e, specularmente - sottolinea il procuratore - sulle violenze da parte di appartenenti alle forze di polizia». La perquisizione era stata decisa senza informare la magistratura. «In tutta franchezza, non ho avvertito nessun momento di estromissione da parte della polizia giudiziaria nei confronti della procura. L’articolo 41 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza - spiega Meloni - affida alle forze di polizia la facoltà di intervenire anche senza avvertire il magistrato, quando si tratta della ricerca di armi, che poi sono state trovate. Come i coltelli e le due bombe molotov».



BOLZANETO - Questo fascicolo, aperto per ora contro ignoti, riguarda «abusi e lesioni segnalati come avvenute per la strada - dice il procuratore - e nella struttura di Bolzaneto e della Fiera a opera di appartenenti alle forze dell’ordine». Durante la ricognizione filmata di venerdì, i tre magistrati che si occupano di questa indagine hanno trovato tracce di sangue e ricostruito quanto accaduto nella caserma della polizia di Bolzaneto, appena fuori Genova, dove almeno 500 fermati sono stati rinchiusi prima di essere trasferiti in carcere o rilasciati. Negli uffici e nelle celle, che si affacciavano tutti su un unico corridoio, hanno lavorato nei diversi turni squadre della Digos e della squadra mobile di Genova, agenti semplici e membri del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, oltre a poliziotti e carabinieri di vari reparti mobili e battaglioni arrivati da tutta Italia. Secondo le prime osservazioni dei pm, i fermati sono stati sottoposti ad abusi e pestaggi sistematici in tutte le fasi della loro presenza nella caserma. E l’ambiente era così ristretto che «è impossibile che i loro superiori non abbiano visto né sentito». La procura ha già chiesto l’elenco del personale in servizio in quei giorni.


RITARDI - La Provincia di Genova è stato il primo ente a denunciare il mancato intervento di carabinieri e polizia. «Anche secondo le denunce di alcuni cittadini - spiega il procuratore - ci sarebbe stato un intempestivo intervento delle forze di polizia davanti a fatti di pericolo e devastazioni». Un’altra indagine riguarda le devastazioni dei Black Bloc e di alcuni gruppi dell’autonomia. Non potendo affidare la raccolta delle prove ai corpi sotto inchiesta, la procura ha delegato le indagini ai vigili urbani. «Fanno parte della nostra sezione di polizia giudiziaria. Abbiamo tenuto conto degli impegni degli altri».
Fabrizio Gatti